From: magababa67@hotmail.com
Subject: Da Tarija a La Paz!!!
Date: Fri, 18 Jan 2013 17:05:54 +0000
Bene bene! Dopo Capodanno sono riuscita a prendermi ben 8 giorni per fare un po’ di vacanze!!! Meta: Tarija (circa 18 ore di bus da La Paz). Sono stata qualche giorno alla “Colmena Santa Rita”, la comunità di Padre Alessandro, che accoglie circa 65 persone con problematiche per lo più di alcolismo e consumo di droga, ma anche ragazzi orfani, minori autori di reato e qualche ragazzo con handicap psico-fisici…come sempre alla Colmena si respira una energia positiva, si sente l’amore e la passione che sanno trasmettere Alessandro e Antonia alle persone , e soprattutto il “senso di famiglia” che immediatamente ti rapisce e che te ne fa sentire parte fin dai primi momenti! Una meraviglia!
Alcuni ragazzi mi hanno raccontato la loro storia, e devo dire che in più di una occasione mi hanno commosso sia per la profonda carenza affettiva che hanno provato durante tutto il corso della loro vita, per il baratro esistenziale nel quale si sono trovati (alcol, droga, carcere, solitudine) sia per il coraggio e la forza che hanno dimostrato nonostante l’assenza totale di una famiglia, di sostegno, di affetto, di amicizie, nel voler intraprendere una via alternativa, di voler “ricostruire” da zero la propria vita iniziando un percorso terapeutico in comunità. Come sempre sono queste persone che mi fanno riflettere sulla mia fortuna di essere umano e mi arricchiscono interiormente facendomi lavorare emozionalmente sull’umiltà e la pazienza… due grandi qualità che purtroppo a 45 anni suonati, faccio una gran fatica ad assimilare, o per lo meno a coltivare con perseveranza…
Pochi giorni alla Colmena mi hanno fatto affezionare visceralmente a tante persone…Delfin su tutti, un ragazzino ritardato e tanto bisognoso di affetto (il padre lo aveva segregato a vivere con gli animali, legato ad una catena per anni…), che dopo il primo giorno, già mi chiamava “TIA BARBARA!!!” e all’improvviso arrivava correndo a darmi abbracci di una tenerezza disarmante, e mi seguiva dovunque andassi come una guardia del corpo! Juan Carlos, che mi ha sorpreso in lacrime, mentre leggevo una mail di mio fratello Matteo, nella quale mi diceva della morte di un mio zio…abbiamo cominciato a parlare e lui mi diceva della sua incapacità a soffrire, perché probabilmente (così diceva) non ha mai avuto un legame affettivo familiare, e non riesce a capire cosa vuol dire perdere qualcuno a cui si tenga tanto…alle mie lacrime per lo zio Karl, si sono mescolate quelle per il bambino Juan Carlos, che non sa, non ha mai saputo, cos’è l’abbraccio della mamma…
Rientrata a La Paz mi sono subito immersa nel lavoro al San Pedro: colloqui con l’assistente sociale, la psicologa, il presidente dei delegati, Regimen Penitenciario, lavori di ristrutturazione del Centro Educativo insieme a Rafael e Daniel, un detenuto svizzero che si è reso disponibile ad aggiustare qualche mobile. Abbiamo lavato e ridipinto con la coppale tutti i mobili del Centro e ieri i bambini non ce l’hanno proprio più fatta a vedermi entrare e uscire dal Centro…4 bambini si sono affacciati timidamente alla porta perfettamente coscienti del fatto che il Centro non era aperto per giocare “Possiamo vedere?” “Se mi aiutate potete anche stare!” Contentissimi sono entrati e li ho fatti sedere a due tavolini, e insieme abbiamo fatto le punte a tutte le matite, i colori, abbiamo messo a posto i pennarelli, buttato via quelli che non funzionavano più e vedeste che impegno che ci hanno messo!! Mi hanno davvero commosso…da 4 i bambini sono diventati 8 e ad ognuno ho assegnato un compito perché si rendessero utili… Eravamo tutti talmente presi dal lavoro che non mi sono accorta del tempo che passava: erano già le 17,00, dunque ho dato ai bambini un piccolo premio per il lavoro svolto (un pacchetto di pop corn) e tutti contenti sono usciti “Hermana Barbara, domani ti aiutiamo ancora, si?”: che cari!!! Improvvisamente suona la campana della sezione e tutti i detenuti scendono nella piazzetta in riunione. Il delegato urla a gran voce che il Direttore del Regimen Penitenciario non ha mantenuto le promesse fatte, che i detenuti sono stanchi di essere manipolati e presi in giro dalla “legge” che consente una retardaciòn de justicia intollerabile, con gente che sta dentro al carcere anche per anni senza nemmeno riuscire ad avere una udienza, che la legge dell’indulto (che avrebbe dovuto aiutare a svuotare le carceri) è una pagliacciata grazie alla quale dei 2.400 detenuti del San Pedro ne usciranno solo 30!!! Il Delegato alza i toni e dichiara la necessità di una sommossa carceraria pesante, per far valere i diritti dei detenuti…i detenuti cominciano a gridare e a correre verso la porta principale…io ovviamente volo fuori dal Centro e cerco di arrivare alla porta principale per uscire, in mezzo ad un fuggi fuggi generale…UN DELIRIO!! Scena di panico, tipo tragedia del Titanic, o scene da guerra di stadio di tifoserie nemiche…i detenuti erano tutti accalcati sul cancello …e io (la solita fantozzi) in mezzo a loro!!! Per fortuna al San Pedro mi conoscono tutti e mentre i galeotti agitavano manganelli e pietre da scagliare contro alla polizia, io con fare da Mr. Bean chiedevo un po’ a destra e un po’ a sinistra ,con un sorriso ebete “Scusa, io dovrei uscire, mi fai passare?””La Hermana Barbara tiene que salir!!!”…AHAHAHAHAHAHAHAH!!!! I familiari in visita ai detenuti erano impanichiti, pietrificati dalla paura…e io cercavo goffamentedi tranquillizzarli in mezzo agli spintoni, dicendo di non gridare, perché era veramente peggio… dopo venti minuti di contorsionismo, spinte e preghiere, sono riuscita a mettere il naso fuori dal cancello, e il resto del corpo è uscito con una spinta di non so chi…MA E’ STATA VERAMENTE DURA!!!
Insomma, un bel rientro, con battesimo del fuoco!
Direi che adesso sono proprio pronta ad affrontare la riapertura del Centro Educativo “Alegrìa”!!!! … nonostante tutti i casini e le difficoltà, sono sempre più innamorata del mio San Pedro!!!
Un abbraccio a tutti dalla vostra Barbara
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