lunedì 20 dicembre 2010

News da Consuelo: Se sono qua è perché sono libera!

Date: Thu, 16 Dec 2010 16:42:15 +0100
From:
consu.84@libero.it

Subject: Mia cara "ARCA" un saluto da La Paz


Buongiorno bellezze!!!

Stamattina sono a casa e finalmente dedico un po' di tempo allo scrivere... è stato un mesetto pieno e trovare un po' di spazio personale è alquanto difficile.

Dovrei raccontare un po' all'Associazione e finora solo una e-mail ho inviato!

Non vedevo l'ora di trovare la vostra risposta su questa pagina di posta e l'ho appena letta! Rispondo immediatamente perché mi siete molto vicine e lo sento... il vivermi qui come volontaria e soprattutto come "CONSU" mi rafforza più che mai. Sto ritrovando energia e soprattutto felicità e serenità! Mi mancava tanto sentire questa forza, i miei sguardi si rispecchiano in quelli dei tanti bimbi che ogni giorno saltellano nel Kinder "Allegria" del San Pedro.
Il carcere sta diventando per me la quotidianità e solo l'entrarci è di forte impatto.
Cercare di mettermi nei panni dei bambini è facile quando nella realtà assapori odori, incontri persone, padri che ti girano a destra e a sinistra in questo luogo così "ABBANDONATO". All'interno del carcere non vi entra polizia, non esiste giustizia, solo la corruzione esiste: soldi e droga e armi che entrano a volte anche con l'aiuto dei bimbi stessi. Difficile è raccontare il sistema penitenziario qui al San Pedro, cose sono avvenute che riguardano amici detenuti della Barbara (Presidente dell'Associazione), nonché mia grande amica e grande punto di riferimento in questi mesi e nei mesi passati. Sta crescendo sempre più una specie di mafia detenuta e guidata dai detenuti stessi, il carcere è suddiviso in diverse sezioni e per ognuna di queste c'è un delegato, i quali si riuniscono se qulacosa non segue i loro voleri o i loro bisogni di "élite" diciamo. Alcune persone che entarno in questa "disumanità" sono persone anche deboli, internos che a parere dello Stato Boliviano hanno violato la legge e per questo devono pagare anni, quando magari ci sono prove che legittimano la loro innocenza! Complicato è spiegare le situazioni di alcuni detenuti che ho conosciuto, ma vi assicuro che di ingiustizie e di forme di vera "sippravvivenza" ce ne sono ed eccome. Se non ti sottoponi a ricatti emessi da determinati detenuti (boss metaforicamente parlando) o se nei confronti dell'Istituzione non hai soldi per pagare qualsiasi tipo di necessità (per esempio la cella in cui dormire e vivere con o senza figli), difficilmente vivrai i tuoi anni di reclusione con una minima presenza di umanità e di senso di vita.

Qui esiste il muro, non esiste in alcun caso "vita", non sopravvive alcun senso di libertà futura, non vive nessun tipo di "speranza" che ti doni tranquillità e quotidianità degne di esser vissute con spirito di "libertà".

I bambini sono segni visibili della violenza che viveve in questo luogo. I bimbi sono portatori di graffi, di pesti e a volte anche di violenze psiche e fisiche non indifferenti.

Ma ti regalano tanto nel momento in cui entrano al Kinder e desiderano tanto la tua attenzione. Quest'anno è un anno particolare dove i bambini hanno risentito dell'instabilità organizzativa lasciata nelle mai di un volontario qui in Bolivia e delle educatrici che si prendono cura dell'aspetto educativo e relazionali con essi. Tanti sono i bisogni che risultano, che si vedono e che si sentono. Bimbi piccollissimi (dai 3 ai 5 anni) che avrebbero bisogno non solo del gioco o della relazione, ma anche dell'aiuto fisico per l'andare in bagno. Il bagno a fine giornata è pregno di pipì, il pavimento con un una grata incoprporata diventa l'urinatoio diretto per i maschietti, e per coloro che non arrivano al water. Diverse volte ho accompagnato feminucce e maschietti nel loro bisogno, lavar loro le mani e il viso completamenti sporchi diventa un "gioco", ridono tanto e si sentono protetti e amati per un'azione semplice, ma per loro diventa quotidianità amorevole.
Ieri per esempio in mancanza d'acqua una bimba di appena quattro anni, che mi sta sempre vicino, come una pulce, in mancanza d'acqua ha preso la bacinellina posta per far pipì e con un gesto mi ha fatto comprendere la sua intenzione: "perchè non usiamo l'acqua del water per lavarci le mani?"

Accudirli e prendersi cura di loro mi riempie il cuore, proprio come con la Nermin o come spesso è accaduto all'Arca in passato, proprio come con la Terri e l'Ani (le bimbe di Gaia), proprio con tutte le persone con le quali mi ritrovo a coltivare "legami". Ma qui esiste una realtà che è fuori dall'ordianrio. La loro famiglia è una condivisione tra Istituzione Carceraria e Padri. Le madri ogni tanto vengono in visita, i bimbi sono liberi di entrare e di uscire dal San Pedro per andare a scuola o per vivere momenti di apertura, ma la relazione e la quotidianità del loro "viversi" e del loro "crescere" è rilegata in ogni caso a questo mondo.

"Ermanita, Ermanita" urlano, ti richiamano in ogni secondo, chi arriva e desidera giocare con te, poi quando meno te lo aspetti ne arriavno altri e cerchi di trovare un modo per far condividere giochi e sorrisi... ma difficile è poter realizzare gruppi di condivisione quando il loro "sentire" è totalmente individuale: sottostanno fin da piccoli e e nel corso della loro vita ad un sistema ben inglobato, quello della soppravvivenza, dove ognuno pensa a se stesso e cerca in qualsiasi modo (legale o no) di sopportare il quotidiano (giorni che a mio sentire diventano ore ore e ore che non terminano mai più).

Sono felice di trovarmi qui, il viversi in questo PRESENTE mi rende consapevole di quanto sia grata alla vita, alla mia famiglia, alle mie amicizie, al mio "amore", alle mie scelte, al mio ESSERE, alla mia crescita e alla mia educazione: grazie per ciò che ho avuto e grazie per le mille possibilità di SCELTA che possiedo come persona e come individuo che vive nel mondo. Se sono QUA è perché sono LIBERA, LIBERA di scegliere e di prendere decisioni, LIBERA di accogliermi per ciò che sono e soprattutto LIBERA di non sottostare a nessun tipo di RELAZIONE che mi può imputare come SBAGLIATA.

Vi mando tantissimi baci e se non vi dispiace inoltro questa e-mail ad altre persone preziose.

Un abbraccio grande la vostra CONSU!!!!


PS: Qui si sta da dio, il tempo varia ma è gradevole la temperatura!!! il sole c'è e quando c'è si sente!!!! e soprattutto si vede... è vicinissimo a 3 700 metri!!!

Buon Natale ragazze!!! e un buonissimo inizio d'anno nuovo!

lunedì 29 novembre 2010

Giornate al San Pedro


Da: barbara magalotti

Data: Sun, 28 Nov 2010 21:10:46 +0000

Il cielo oggi è grigio e le nuvole galleggiano sulla Cordillera Real, che dalla finestra della mia camera riesco ad intravedere in mezzo alle case della mia amata La Paz. La ciurma di volontari, soci e ospiti sono andati a fare una escursione alla Valle della Luna, e io colgo l’occasione per raccogliere un po’ le idee, e mandarvi qualche notizia del San Pedro e dei miei primi 10 giorni in Bolivia.
Purtroppo la salute non mi è venuta incontro e per una settimana ho dovuto sopportare la sciatica e il senso di impotenza e di frustrazione che l’accompagna: non poter camminare ore ed ore sulle salite e le discese della città, non poter accudire operativamente con energia alla casa e alle due nuove volontarie, non poter fare sforzi o comunque non poter fare quello che normalmente nella mia caratteristica frenesia e impazienza di “costruire” e “portare a termine” compio… Ragazzi, che fatica, per una come me, “rallentare” !!! Mi sono sentita “in prigione”… Ma ho voluto sfruttare l’immobilizzazione forzata per invitare a casa alcune care persone che poi non avrò tanto modo di incontrare quando riprenderò il mio ritmo: Eva e la piccola Maria Kiara, Elvira dell’associazione delle ex detenute “Vida Nueva” e il mio querido Miguel Angel, che finalmente a luglio, dopo 10 anni di detenzione, è uscito di prigione ed è libero!
Miguel Angel… che emozione, che sensazione forte è stata vederlo fuori dal San Pedro, per strada… io l’ho conosciuto lì dentro e per tutti questi anni l’ho sempre visto da detenuto dentro a quelle 4 mura… Lo sono andata ad aspettare alla fermata del bus in Plaza España. Me lo vedo arrivare con le cuffiette alle orecchie, lo zainetto in spalla, la tuta e le scarpe da ginnastica, sorridente. Mamma mia che abbraccio che ci siamo dati! Mi ha preso a braccetto e abbiamo raggiunto la casa dove ci siamo fatti un bel mate di coca e chiacchierato fitto fitto. E’ dura ricominciare daccapo! Miguel aveva trovato un lavoro in una fabbrica di Mallassa (fuori La Paz). Ma il datore di lavoro deve essersi accorto del suo passato “manchado” (“macchiato”) e ha chiamato Miguel, dicendogli che sebbene lavorasse bene, per il momento non aveva più bisogno di lui, che lo avrebbe richiamato più avanti. Me lo racconta con gli occhi velati di tristezza, ma decisi a darsi da fare, a trovare un lavoro onesto, costi quel che costi. Non ci pensa neanche lontanamente a farsi ripescare per una stronzata e rischiare di rientrare in galera! Chissà cosa prova nel suo cuore, chissà come si deve essere sentito di fronte al datore di lavoro che gli fa capire che nella sua ditta quelli con la fedina penale sporca non hanno speranza di entrare…
Che forza d’animo ci vuole per sorridere e continuare a cercare lavoro in mezzo a gente che non ti da fiducia, che ti ricorda continuamente che non basta quello che hai già pagato per 10 anni in galera, che devi continuare a pagare per sempre, che ormai sei “segnato”! Cerco di incoraggiare Miguel per come posso, ma so che le mie parole per lui sono solo lo specchio dell’affetto che lui sa io provo per lui. Ma questo è già tanto per lui e me lo dice col cuore in mano “Ti ringrazio Barbara per essermi sempre stata vicina: dentro come fuori dal carcere. Sei una grande amica e ti voglio un bene infinito”. Cazzo, vorrei fare di più. Mi sento responsabile per la sua sorte, per quel che sarà di lui in futuro, vorrei poterlo aiutare nei fatti, non solo con parole di incoraggiamento… ma come? Sento nel mio cuore che il progetto Casa Solidaria potrebbe essere davvero una occasione di riscatto sociale per gente come Miguel che cozza ogni giorno contro l’indifferenza anzi, l’ostilità della società che in un uomo che ha sbagliato (anche se gravemente), continua a vedere una minaccia, il pericolo della riproduzione costante di un errore e non considera neanche per un istante che dietro ad una azione sconsiderata, violenta, deviante, c’è sempre una storia, una esperienza, una sofferenza, a volte anche solo una irragionevole ed immatura considerazione del rischio e delle conseguenze delle proprie azioni, un ‘accozzaglia di emozioni e di problemi che spesso non sono mai stati “srotolati”, letti, interpretati, rielaborati, solo lasciati ad aggrovigliarsi sempre più per una dannata solitudine, per la mancanza di stimoli positivi…che dietro agli occhi di tante persone che hanno sbagliato c’è un cuore che sente il desiderio di cambiare, di dare una svolta onesta e coerente alla vita, di dare un senso concreto e gioioso alla propria esistenza, che finalmente crede nella possibilità di vivere all’interno di un sistema di regole condivise, stando al gioco “senza barare”. Certo, non tutti riescono ad arrivare a tanto: e se qualcuno di voi avrà occasione di entrare in San Pedro capirà perché è tanto difficile credere nel concetto di giustizia per questi detenuti. Come per esempio il fatto che l’80% della popolazione carceraria è in galera e ci rimane per anni, senza un processo, senza una sentenza, senza sapere magari per cosa è stato arrestato e sbattuto lì dentro, senza vedere un avvocato per mesi solo perché non gli allunga dei soldi o perché è prigioniero politico. Non sono certo angeli, i detenuti del San Pedro. Di questo ne sono consapevole e me lo ricordano i loro “traffici” continui…ma non per questo non hanno il diritto di essere considerati uomini, non per questo si può arrivare a spogliarli della loro dignità di esseri umani.
Consuelo e Linda mi hanno aiutato davvero molto e non appena mi sono sentita un po’ meglio abbiamo fatto un raid sulla Eloy Salmon a comprare i mobili per la casa dei volontari e in una mattinata abbiamo comprato tutto : 10 coperte, 2 mobili per la cucina, 5 comodini, 2 librerie, 1 scrivania, un mobile con vetrine e cassetti per custodire materiale ufficio e vario…il tutto caricato su un unico taxi che ci ha portato fino a casa… Un delirio!!! Consuelo non riusciva a credere che saremmo riusciti caricare tutto su una macchina. Ma siamo in Bolivia e qui davvero tutto può succedere! Intanto Linda e Guglielmo da un’altra parte hanno comprato la cucina elettrica, che abbiamo subito battezzato con una bella cenetta a base di pasta all’arrabbiata e delle buone bistecche di carne cruceña.
Parlando con Guglielmo viene fuori che Cyril, un ragazzo francese che fa il muratore e che conosco bene, sta cercando operai per la sua piccola impresa. Il giorno seguente Cyril è a cena da noi, perché ci monta il mobile della cucina. Provo a parlargli e gli racconto sinceramente la storia di Miguel Angel, dei suoi 10 anni di detenzione e della sua ricerca di lavoro. Gli chiedo se se la sentirebbe di provare Miguel, vedere se potrebbe lavorare con lui. Cyril mi dice di sì, che incontrerà Miguel e che se si dimostrerà responsabile e affidabile, lo assumerà senza problemi. Quando chiamo Miguel per dirglielo sono così contenta che mi sembra di volare! E Miguel non fa che ringraziarmi con una voce che mi dice tutto della sua gioia incredula!

Domenica ho portato le due ragazze in carcere: abbiamo assistito alla messa del nuovo cappellano e poi ci siamo fermate con i ragazzi del coro a bere mate e fare due chiacchiere. Come sempre l’accoglienza dei detenuti è stata molto calorosa e la presenza di nuove volontarie una bella novità nel grigiore delle giornate sempre uguali del San Pedro.

Padre Filippo ha lasciato il suo lavoro al carcere a fine settembre e va in San Pedro solo come “visitatore”, solo a fare due chiacchiere ogni tanto con qualche detenuto. E’ difficile per lui tagliare questo cordone ombelicale e farsi una ragione rispetto al fatto che tra qualche mese tornerà per sempre in Italia, a trascorrere la sua vecchiaia in meditazione e riposo…e ancor più difficile è per i reclusi immaginarsi di perdere Padre Filippo. I detenuti continuano a chiedermi se è proprio vero che Filippo se ne andrà in Italia per sempre e che non tornerà più. Il nuovo cappellano non riesce minimamente a colmare quel vuoto che sta lasciando il mitico Pippo: non parla con loro, non li sostiene, ha una maniera molto fredda e formale di stare in mezzo ai galeotti, abituati alle parolacce e alle battute scherzose di Filippo anche durante le omelie…Il nodo alla gola e allo stomaco che provo quando me lo chiedono non è solo al pensiero che di gente come Filippo non se ne trova tanta in giro per il mondo, ma anche che i quasi 10 anni di collaborazione tra me e lui stanno volgendo al termine e anche io dovrò affrontare il San Pedro senza le riflessioni e le chiacchierate serali di confronto e programmazione del lavoro con una persona che di esperienza e cuore ne ha da vendere… E’ diverso il San Pedro senza Filippo, ma i detenuti sono sempre lì, e adesso hanno ancor più bisogno di sostegno e considerazione.
Per questo in questi giorni, più che al Kinder, sono andata a far visita e a parlare con quelli che mi hanno chiesto aiuto. Mi rendo conto che anche una parola di sostegno e l’ascolto dei loro problemi, può cambiare la percezione delle loro giornate. E cerco per quanto posso di essere presente. Adesso più di prima.
E capisco ancor di più che lavoro immenso era quello di Filippo. Un uomo solo che ha veramente reso più vivibile la vita reclusa di 1500 uomini. Un vero miracolo di umanità. Mi viene da piangere. Ma poi cerco di asciugare queste lacrime e penso a cosa mi direbbe Filippo “Va a la mierda! Romanticona!” e allora non posso far altro che rimboccarmi le maniche e fare, darmi, condividere, ascoltare, accogliere, sdrammatizzare… nel mio piccolo davvero provo a raccogliere tutti gli insegnamenti, i suggerimenti, le idee di quest’uomo che tanto mi ha insegnato e trasmesso. E mi rendo conto di quanto sia stato prezioso e bello averlo conosciuto, vissuto in prima persona, condiviso con lui per tanti anni mille avventure ai confini dell’immaginabile…

Mi rendo conto che sto scrivendo troppo… non vi ho scritto nulla del kinder e dei problemi che come sempre condiscono le giornate da volontaria fantozziana al San Pedro… Lo farò, ve lo assicuro, nella prossima mail e vi racconterò anche dei miei amati niños, che con la loro dolcezza in questi giorni già mi hanno dato la forza di affrontare il mio senso di impotenza e di inadeguatezza fisica.
L’altro giorno, il piccolo, terribile Efraim, con la faccia sporca e il moccio al naso, mi si è attaccato al collo (mentre gli dicevo che non potevo prenderlo in braccio perché avevo mal di schiena…figuriamoci!) , non mi mollava più e mi diceva abbracciandomi forte “Barbara, per favore, portami a casa con te”…
C’è sempre tanto da fare, tanto da dare, tanto amore da donare. E io ci provo, ogni giorno, con tutti i miei limiti , con tutta me stessa. E' sempre troppo poco, ma è tutto quello che ho.

Un abbraccio forte a tutti.
La vostra Barbaridad
magababa67@hotmail.com


mercoledì 13 ottobre 2010

News da La Paz da Guglielmo Stabile

Cari Soci, Caro Direttivo,
aspetto di parlare con Barbara fra pochi minuti e cosi´ approfitto per comunicarvi alcune ultime novita´, dato che non lo faccio da tempo...!

In questo momento a La Paz fa freddo e piove a dirotto...
Vi sto scrivendo dal famoso pc che tanti problemi ha avuto e che ora, per l´ennesima volta, ho messo a posto alla meglio, spero.
Il San Pedro e´ entrato in sciopero proprio oggi cosi non si puo´ ne´ entrare ne´ uscire. Gli internos manifestano contro una nuova legge che il parlamento sta pensado di approvare (la 006) che permetterebbe ai giudici di evitare di emettere un giudizio o un processo per piu´di 36 mesi (ora sono 18 mesi).
Abbiamo dovuto chiudere il kinder e forse questa situazione si protrarra´fino a domenica.
Ma i nostri bimbi stanno bene. Abbiamo molti nuovi arrivati e non vi nascondo la mia felicita´, quando qualche giorno fa, un nuovo interno e´venuto a bussare alla nostra porta con le sue due figlie per chiederci informazioni riguardo alla nostra attivita´. Il kinder e´un punto di riferimento per tutto il carcere ma anche per le persone che vivono libere e che hanno contatti quotidiani con qualche familiare in prigione.
E´per questo che ribadisco dobbiamo consolidarCI !
      
Abbiamo anche una nuova educatrice, Sonia Nina, oramai da varie settimane. Sembra essere una ragazza responsabile, amorevole e motivata. E´cresciuta nell´hogar ArcoIris, orfana, quindi conosce bene le dinamiche sofferte di una guarderia boliviana.
Sono stato contento di questa scelta (grazie all´aiuto di Sandra, una amica di Barbara), dopo essere stato costretto, a licenziare due educatrici inaffidabili, la Claudia che non aveva piu´voglia di stare con noi, ed una nuova perennemente in ritardo anche il primo giorno di lavoro. Mi sono reso convinto che bisogna essere duri con i boliviani che prendono tutto con poca serieta´!

Il padre Filippo e´ oramai in pensione da fine Settembre ma Ivan, la persona che lavora per noi nel Kinder, si e´ rivelato una scelta giusta rispetto alle precedenti. E´pulito, responsabile, amorevole con tutti, collabora costantemente e con entusiasmo. Sembra meritarsi la nostra fiducia...
Un accenno su Willy, il bimbo-peste tanto amato da Barbara: spesso viene con il suo fratellino al Kinder, ma per settimane scompare dato che i genitori lo inviano a lavorare in un minibus de El Alto.
Vi saluto aggiungendo che nelle prossime settimane organizzero´ una nuova gita alla Laguna Azul di Cota Cota, dove siamo stati il mese scorso con tanti ragazzini dai 7 anni in su.. Ci siamo divertiti un sacco...sulle barchette che solcano il laghetto e bagnandoci con l´ácqua della megafontana.
Alla fine abbiamo festeggiato con pane e mortadella.

Vi aspetto tutti.
Cari Saluti a tutti,

Guglielmo   
      

mercoledì 6 ottobre 2010

Cercasi risorse economiche per l’associazione



SEMINARIO
A.A.A. cercasi risorse economiche per l’associazione: opportunità e strategie


Seminario introduttivo per illustrare diverse strategie ed opportunità per le piccole associazioni, illustrando alcuni esempi e riflettendo sul opportunità di attivare metodi adatti alle proprie esigenze, finalità, risorse umane ed economiche.

Relatore   Romboli Andrea
Consulente di Raccolta fondi e terzo settore. Titolare studio Romboli Associati www.romboliassociati.com, docente The Fund raising AICCON, Università di Bologna sede di Forlì

Lunedì 22 NOVEMBRE 2010 ore 20.30-23.00

Sede – Riccione
presso Consulta Solidarietà Città di Riccione, via Flaminia, 41 (c/o Casa delle Associazioni e Assessorato ai Servizi Sociali )


I corsi sono gratuiti ma rivolti solo a volontari di associazioni di volontariato.
E’ previsto un patto formativo iniziale per cui i volontari si impegnano a frequentare l’intero corso/ seminario o modulo a cui si sono iscritti, altrimenti verrà richiesto un rimborso del costo/corsista.
OBBLIGATORIA L’ISCRIZIONE TRAMITE SMS O FAX O MAIL ai seguenti riferimenti

Per informazioni ed iscrizioni


Volontarimini
Via IV novembre, 21 Rimini
tel. 0541/709888
Fax 0541/709908


Referente Formazione
Silvia Maraschio
Cell. 329/9038087 (dalle 14.00-22.30)
formazione@volontarimini.it


lunedì 2 agosto 2010

L'associazione EducAid cerca volontari

per il seguente progetto SVE Servizio Volontario Europeo:

Posti disponibili: 2

Ente di accoglienza: PATRIR (Peace Action, Training and
Research Institute of Romania) è
un'associazione indipendente, non governativa attiva in
Romania e a livello internazionale dal
Marzo 2001.

Dove: Cluj Napoca, Romania

Partenza: da Dicembre 2010

Durata: 5/6 mesi

MAGGIORI INFO NEL DOCUMENTO IN ALLEGATO.


Inviare CV, foto e lettera di motivazione a evs@educaid.it
entro il 2 Agosto 2010



Contatti

Valentina De Luca

indirizzo mail: evs@educaid.it

telefono: 0541 28022

EducAid
via Vezia 2, Rimini
tel. e fax.: 0541 28022
info@educaid.it
www.educaid.it
vuoi conoscere altri comandi, scrivi a: newsletter-help@educaid.it

domenica 25 luglio 2010

Laboratorio Solidale: un collo, una casa, una magia...

di William Stabile



Cari soci,

dicono che Dostoievsky ebbe sempre l´ossessione che le case dove abitava fossero all’angolo di una via con le finestre sulle due strade. Ne cambio´ diverse e non visse in nessuna di loro piu´di tre anni. Lo scrive Mario Vargas Llosa sul “El Pais” di qualche giorno fa. Non so se Barbara abbia la stessa ossessione del grande scrittore russo, ma e’ un fatto che la nostra casa sorge all’angolo di una strada nel bel quartiere di Sopocachi a La Paz. Sorge all´angolo di un quadrivio e di fronte al Forum, uno delle disco piu´antiche e ancora in auge a La Paz. E´ una bella casa, spaziosa ed accogliente, una villetta protetta da alti alberi e circondata da un stretto giardino. Deve essere stata costruita tra gli anni 50’ e 60’. Noi occupiamo il piano superirore. Barbara ha fatto una magia impegnandosi in questa casa che sentiamo come nostra. Lei si fa chiamare Magababa. Cioe’ una Barbara maga che fa le magie. Non so voi, ma io la leggo cosi: credo che questa Maga abbia fatto una di quelle piccole grandi magie…

C´è un bel sole. Mi affaccio al balcone assolato e volgo il volto ed il collo al caldo sole. Mi riscalda mentre mi avvolge tutto nella sua sciarpa di calore. Non mi conoscete, ma io sono completamente pazzo, perche´ anche qui a La Pazz, riesco a sentire il mare Mediterraneo e le nostre coste, e per un attimo, mentre osservo le vette innevate dell´Illimani in lontananza, sento di essere a casa, in Costiera Amalfitana. Mica c´è tanta differenza, poi?!

Dal balcone della nostra casa, la casa che Barbara ha fortemente voluto, che sorge all’angolo di una strada dove strilloni al mattino vendono giornali, a volte da questo balcone, con un po´d´immaginazione, si puo´ vedere anche il mare…Cosi´ non vi sentirete mai tanto lontani.

Il sole mi riscalda il collo. Sì, il collo… Sono giorni che il collo mi tormenta. Poi capisco, intuisco… Qualche settimana fa, mentre il sole sfiorava il mio collo, Jorge, un interno del San Pedro, pensava di imppiccarsi e la corda provava gia´ il suo collo, nella buia cella di Guanay, una sezione del carcere. A San Pedro dicono che aveva tre donne che lo venivano a trovare spesso e che forse, avendo saputo le tre di condividere lo stesso uomo, e lo stesso amore, si siano accordate tra loro per creargli un qualche problemino in modo da spingere Jorge a fare il salto. Si e´impiccato in un cella dal soffitto alto un metro e mezzo. Non si capisce bene come si faccia, ma dicono che qui spesso accade, e che forse le tre lo abbiano aiutato a posizionarsi in maniera corretta affinche´ la corda non fallisse.

Mentre lui e le tre fissavano la corda al soffitto, io sentivo il sole sul mio collo, ed il Padre Filippo si trovava un nugolo di bimbi appesi al suo collo. Solo, distribuiva le caramelle nel Kinder. Lo vidi, ed i bambini felici, quasi impazziti per qualcosa che non ricevono mai, lo stringevano forte forte al collo, si appendevano e scalciavano nell´aria come cavallette, mentre il suo volto si tendeva in una smorfia di paura.

Non illudiamoci, siamo dei privilegiati, anche da volontari. Siamo, como si dice qui, dei “culleos blancos”, dei colletti bianchi. Ed il nostro collo rimane sempre pulito e profumato. Io cerco di salvarmelo, mentre continuamo a lavorare nel carcere dove si vive e si muore…


Colazione

A La Paz, per il freddo hanno richiuso le scuole. Cosi abbiamo avuto tre settimane di vacanze. Cio´ significa che il nostro Kinder per i bimbi dei carcerati rimane aperto e si lavora a ritmo ancora piu´ serrato. Ci son piu´ di 100 bimbi, che al mattino e al pomeriggio ci vengono a trovare e cerchiamo di fornire il desayuno escolar (latte, riso, merende etc..) che non viene distributo dal Comune di La Paz durante le vacanze. Cosi faccio la spola quasi giornalmente tra il mercato, il supermercato ed il carcere per portare viveri ai bambini.

Intanto, io e Filippo, abbiamo scoperto e denunciato che il desayuno escolar, magra colazione per uno abituato a cappuccino e cornetto, vi assicuro, veniva spesso consegnato ma rubato o dirottato verso corrotte bocche fameliche prima che di arrivare al Kinder. Dinamiche penali!


Cosa potremmo fare

Torno nella casa dove entra il sole. Vedo i nostri letti a castello, ho una stretta al collo e come un grillo mi salta in mente che forse potrei impiccarmi anche io ad uno dei nostri letti. Cosi i giornali parlerebbero di me e avreste il primo martire dell´Associazione… ed un pretesto per venirmi a trovare.

Abbiamo una bella cosa dove entra il sole, Barbara ha fatto le cose per bene. Buona disposizione delle stanze, un grande bagno con vasca ed acqua calda e una cucina luminosa. La casa puo´ ospitare, comodamente, e con un po´di pazienza e rispetto umano, dai 3 ai 5 volontari che non si devono sacrificare a fare i volontari nella polvere. Possono vivere bene, entrare in carcere, viaggiare in Bolivia ed usare la casa come punto di partenza, associandosi o pagando qualcosa! Possiamo fare da assistenza turística a chi vuole esplorare la Bolivia ed i paesi confinanti. Potremmo creare la nostra agencia turística italo-andina. Ed iniziare cosi´ una nostra attivita´turistica-commerciale per auto finanziarci …

Venite a trovarci!

Vi lascio perche´ oggi vado a rappresentare Laboratorio Solidale a La Red Distrital de Cotahuma contra la violencia en la familia y del niño, del Departamento di La Paz. E´ una rete che unisce varie associazioni, gruppi e movimenti di base paceñi oltre a gente interesante. Noi siamo presenti. La Rete beneficia della presenza e del riconoscimento del Comune di La Paz, e cio´potrebbe portare ad una relazione o un accordo con il Comune di Rimini dove noi abbiamo sede.

Intanto potremmo muoverci anche attraverso il COIBO (Coordinadora Ong Italiane in Bolivia), un network che unisce le ONG italiane in Bolivia, e consolidare cosi´la nostra presenza sul territorio. I primi amici boliviani hanno espresso un forte interesse per l´associazione, per il carcere e per il lavoro che svolgiamo. Sarebbe interesante coinvolgerli nelle nostre dinamiche carcerarie.

William Stabile

venerdì 11 giugno 2010

Questo nostro povero Ernesto…

di William Stabile

Alle nove del mattino, La Paz, capitale che sorge a 3600 metri sul livello del mare, vede aprirsi le porte del Carcere di San Pedro. Sono i primi visitatori, familiari o amici, che entrano nel recinto penitenziario. Il freddo spacca le ossa. La Paz soffre di una estrema escursione termica tra il giorno e la notte, e mentre di giorno, non di rado c'è un bel sole caldo, di notte può far molto freddo.
Ma al San Pedro il freddo è penetrato fin nelle vecchie mura del carcere spagnolo. È come se si fosse annidato li dentro da anni. È un freddo potenziato, più forte, e gli effetti si notano sui volti dei detenuti. I pochi detenuti mattinieri escono come deboli fantasmi dalle loro celle e cercano di mantener insieme, alla meglio, le quattro ossa martoriate dalla notte gélida e dall'aver dormito all´addiaccio. Li osservo e tremo… dal freddo, per loro. Il freddo non ti permette di pensare, è come se ti maciullasse l'anima e l'attività cerebrale.

Oggi, Patchouli, uno degli interni piùinteressanti, dalla vita giróvaga e bizzarra, mi dice che in Grulla e Muralla, due sezioni di punizione del carcere, dove la vita sfiora l'estremo, l'unico diversivo per chi è dentro, è leggere, litigare o pensare di scappare. Mi dice che i libri sono importanti per chi è lì dentro da tempo. Mi guarda ed aggiunge: «ma non puoi scappare!»
I sogni di fuga di molti detenuti cadono dove iniziano le alte e dure mura del San Pedro. Così la Bolivia è un paese concreto e duro, che continua ad esercitare il suo fascino, ma dove i sogni inevitabilmente ricadono sugli altipiani delle Ande. È la stessa geografía del paese, la sua storia trágica, a farne un luogo duro e concreto. Il fiato è spezzato dall'altitudine e non puoi tanto sognare. In Bolivia sei spinto solo fare e a cercare di pensare il meno possibile. La Bolivia è un paese dove ai sogni dei ricchi e dei poveri, ai sogni di tutti, fanno lo sgambetto…
Il volto del “Che” campeggia su un alto muro di cinta all'ingresso del carcere. Se avesse ben capito la società boliviana forse non sarebbe venuto a morire fin qui. Nemmeno Ernesto ci inganna più di tanto, e a dir il vero, non so se possa essere un faro di speranza per i detenuti.
Completamente identificato con la sua causa e con il suo ideale, accecato, aveva preso una bella svista. Non aveva capito granché della Bolivia. Ai suoi tempi una rivoluzione importata, alla cubana, sarebbe stata impossibile in questo paese. In una società tutt'oggi molto conservatrice, machista e masochista, dove alla donna,- che ebbe un ruolo centrale e d'avanguardia nella rivoluzione in Cuba- è spesso privato il piacere o il diritto al piacere di essere libera dall'uomo-padrone, come contadini e contadine avrebbero potuto appoggiare la rivoluzione di un sognatore semi-borghese, bianco, in questa terra chiusa e sospettosa di tutto e di tutti?
Dove è caduto questo nostro povero Ernesto, forse, cadono in ginocchio anche i nostri sogni.
Mi dicono che la Bolivia è un chiste, uno scherzo. Ma è uno scherzo da prendere molto sul serio. Come il San Pedro, come la vita di detenuti abbondonati da un sistema penitenziario farraginoso, insensato e quasi inesistente.
Forse, oggi, in questa domenica di giugno, anche Ernesto si perdonerebbe per i peccati di vanità commessi e prenderebbe la comunione come faccio io, come facciamo noi, nella cappella del San Pedro, in fila con i carcerati, mentre Padre Filippo ci osserva lassù dall'altare, lanciando divertito, disilluso e felice, caramelle ai bambini.

La Paz, Bolivia
Carcel de San Pedro

giovedì 8 aprile 2010

“L’OBBEDIENZA NON È PIÚ UNA VIRTÚ”

INVITO
(per partecipare vedi più avanti)
“L’OBBEDIENZA NON È PIÚ UNA VIRTÚ”
Pace, nucleare, nonviolenza, diritti umani, rifugiati, Cecenia: le esperienze e i protagonisti. Un evento imperdibile
(CON L’IMPORTANTE PARTECIPAZIONE DI AKHMED GISAEV: VEDI SOTTO)
17 APRILE 2010    -    ASSEMBLEA DI MONDO IN CAMMINO (MIC)
CASA “MADRE ENRICHETTA”, VIA CARIGNANO 105, CARMAGNOLA (FRAZ. SAN GRATO) - TO

PROGRAMMA:
ore 09,30 – REGISTRAZIONE PARTECIPANTI
ore 10,00 – PRESENTAZIONE E INIZIO LAVORI

ore 10,05 – MASSIMO BONFATTI: “CHERNOBYL, UNA LEZIONE SUPERATA?”
ore 10,30 – DISCUSSIONE IN PLENARIA
ore 10,50 – PROIEZIONE VIDEO: “LE VITE SCOMPARSE”
ore 11,00 – AKHMED GISAEV “LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL CAUCASO”
ore 11,40  – DISCUSSIONE IN PLENARIA
ore 12,00     PAUSA CAFFÈ

ore 12,15 – NANNI SALIO: “I PROGETTI DI RICONCILIAZIONE: LA SCELTA CONSAPEVOLE DELLA
                    NONVIOLENZA”
ore 12,40 –  DISCUSSIONE IN PLENARIA
ore 13,00 – RELAZIONE FINALE DI MASSIMO BONFATTI E APPROVAZIONE BILANCIO CONSUNTIVO 09

ore 13,20     PRANZO A BUFFET GRATUITO PER I SOCI DI MONDO IN CAMMINO (contributo di 13 euro per i
                    non soci). SI BRINDERÁ CON IL  VINO DI PACE (CAMPAGNA A  SOSTEGNO DELLE BAMBINE E
                    DEI   BAMBINI CECENI VITTIME DI MINA).

COME PARTECIPARE
LA PARTECIPAZIONE È APERTA A TUTTI (I non soci possono avvalersi dell’accreditamento associativo prima dell’inizio dell’Assemblea).
OBBLIGATORIO SEGNALARE LA PROPRIA PARTECIPAZIONE (O IL NUMERO DEI PARTECIPANTI) RISPONDENDO ALLA SEGUENTE E MAIL E CONFERMARE LA PRESENZA AL PRANZO ENTRO IL GIORNO 14/04/10.  SEGNALARE EVENTUALI ESIGENZE DI ARRIVO E DI PERNOTTAMENTO.

BREVE NOTA SUI RELATORI
MASSIMO BONFATTI. Vive e lavora a Carmagnola (TO). Impegnato da decenni in campo sociale, alterna la sua attività in campo sanitario (caposala) con l’attività in ambito volontaristico. Giornalista pubblicista, diplomato in lingua russa ed esperto di tematiche dell’Europa Centro Orientale e dello spazio post sovietico, ha fondato nel 2005 l’Organizzazione di volontariato per la solidarietà “Mondo in cammino”, di cui è presidente.
AKHMED GISAEV. Ceceno, difensore dei diritti umani. Incarcerato e torturato dalle forze speciali per 15 giorni dal 23 ottobre al 7 novembre 2003 (preso a calci, bastonate e pugni, bruciato con sigarette, sottoposto a shock elettrici, privato del cibo e del sonno, obbligato a bere alcolici) e liberato dietro pagamento di riscatto da parte della famiglia. Nonostante ciò decide di collaborare con Memorial a Grozny e diventa stretto collaboratore di Natalia Estemirova  seguendo insieme a lei l’ultimo caso a cui si stava dedicando , cioè quello di una presunta esecuzione extragiudiziale in un villaggio ceceno. Dopo due mesi dalla morte di Natalia, per il suo ruolo e per la sua qualità di testimone in casi illegali, è costretto nel settembre 2009, in seguito a pressioni e minacce, a lasciare la Cecenia e a rifugiarsi, con la famiglia, in Europa. Il suo caso è stato denunciato da Amnesty International.
NANNI SALIO. Torinese, ricercatore di Fisica all’Università di Torino, segretario dell’I.P.R.I. (Italian Peace  Research Institute), si occupa da alcuni decenni di ricerca , educazione e azione per la pace, ed è tra le voci più autorevoli  della cultura nonviolenta in Italia: è il fondatore e presidente del Centro Studi “Domenico Sereno Regis” (www.serenoregis.org), dotato di ricca biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente, sviluppo. È autore di numerosi saggi sui problemi ambientali, della nonviolenza e delle alternative nonviolente alla guerra e all’economia.

domenica 4 aprile 2010

Buona Pasqua!

Carissimi... buona Pasqua e buona primavera ...dentro e fuori!

Un abbraccio a tutti dalla vostra Barbara

lunedì 15 marzo 2010

News dalla Bolivia 14 marzo


Il 14/03/10 22.54, "barbara magalotti" ha scritto:

È domenica pomeriggio. C’è un bel sole e i bambini nel giardino sotto casa, in Plaza España, giocano vociando e ridendo rumorosamente… Le settimane volano veloci e il lavoro in carcere e fuori è sempre tanto, con le “solite novità”, i soliti imprevisti e le emergenze che da queste parti sono all’ordine del giorno.

Una bella notizia! Finalmente abbiamo trovato l’appartamento per i volontari della nostra associazione. La fatica è stata premiata! Domani firmerò il contratto di anticretico e dal prossimo fine settimana potremo andare a vivere là! I letti sono in preparazione nella falegnameria dell’associazione “Libertarios” (l’associazione degli ex detenuti) e abbiamo già acquistato le prime cose necessarie al funzionamento della casa (chiaramente, vista la mia stazza e il mio amore per il cibo, le pentole sono state la prima cosa a cui ho pensato!!!)… presto vi invierò le foto della nostra base qui a La Paz.

Sono molto contenta, anche perché la casa è nel quartiere di Sopocachi, a 20 minuti a piedi dal carcere e in una zona bella, centrale e abbastanza tranquilla, ben servita dai trasporti, con tutte le comodità e i servizi che potrebbero servire sia ad eventuali volontari che alle famiglie e agli amici che vorranno venirci a trovare. Una stanza dell’appartamento è riservata ai “Libertarios” come ufficio, e la casa è sufficientemente ampia per poter organizzare incontri e riunioni settimanali (sia per organizzare le attività, che per creare gruppi di auto aiuto nell’affrontare la condizione di “ex-detenuto”). Nel frattempo ho firmato, come Associazione “Laboratorio Solidale”, un accordo interinstituzionale con la Fondazione “Feria a la Inversa”, una organizzazione che lavora nell’ambito della formazione professionale e della certificazione di qualità per piccole imprese e gruppi con svantaggio economico-sociale, per aiutarle a partecipare ad appalti e poter competere qualitativamente nell’offerta produttiva anche con le grosse imprese. L’accordo ha come obiettivo quello di formare professionalmente gli ex detenuti e portarli ad avere una maggior possibilità di ingresso nel mercato del lavoro e conseguentemente di integrazione sociale. Il nostro ruolo sarebbe quello di segnalare ex detenuti che vogliano migliorare le loro competenze professionali, e di selezionare professionisti che vogliano formare e trasmettere le loro competenze sia ai collaboratori di Feria a la Inversa che agli stessi ex detenuti. Per esempio ora che i Libertarios vogliono aprire una panetteria, sarebbe auspicabile che qualche nostro amico fornaio/panettiere volesse venire in Bolivia un paio di mesi e insegnare “l’arte del pane” ai nostri amici boliviani! Anche la falegnameria dei Libertarios accoglierebbe con entusiasmo un “maestro falegname” che abbia voglia di trasmettere le sue competenze nel settore…qualcuno si anima a venire??? Fatemi sapere!

Come vi dicevo le novità, belle ma anche quelle brutte, sono all’ordine del giorno…
Ieri sera ho saputo che deu giorni fa’ Jilda, una bambina di non ancora 3 anni, figlia di un detenuto del San Pedro, è caduta da una scala alta circa due metri battendo la testa. La bambina ha vomitato e accusa dolori un po’ in tutto il corpo. Il problema è che al San Pedro non c’è un pediatra (e in questo momento neanche un medico!) e la sfortuna vuole che non solo il padre, ma anche la madre siano detenuti, per cui nessuno ha potuto far visitare la piccola o portarla in ospedale. Io e Filippo abbiamo contattato Javier, un medico nostro amico ex-detenuto, che stamattina è venuto a visitare Jilda al carcere. Sono andata con Javier a cercare la bambina, e il padre ci ha accolto nella cella (3 metri x 3 metri dove vive lui con i suoi 3 figli) illuminata da una lampadina a penzoloni coperta dai mille panni stesi su corde legate un po’ dovunque… abbiamo spostato la roba e avvicinato la bambina alla luce perché Javier potesse vedere gli occhi della piccola e verificare il riflesso oculare. Poi sull’unico letto della cella, Javier l’ha visitata, con dolcezza e grande sensibilità. Jilda è stata bravissima e collaborativa, il padre molto preoccupato perché da due giorni mangia pochissimo (e lei di solito è una “mangiona”). Per fortuna i riflessi sono nella norma e non appare segno di lesione a livello nervoso centrale. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo. Le è andata bene…se fosse stata grave, non ce l’avrebbe fatta. Di nuovo un esempio di quanto poco sia tutelato il diritto alla salute di questi bambini e della carenza organizzativa del sistema penitenziario (ma anche socio-sanitario) di questo paese. Com’è difficile assistere a questi episodi…e ci sarebbe ancora così tanto da fare…vorrei poter avere a disposizione due giorni per ogni giorno del calendario…ma credo che sarebbe la stessa cosa: dovunque si guardi un po’ più a fondo la realtà, si “scoperchia” una miniera di dolore e di difficoltà. Questo lo si scopre solo “immergendosi nella vita” e nella vita di chi ci circonda. Ma insieme al dolore si scopre anche una miniera di umanità, dignità, ricchezza, bellezza e intensità vitale, che vale veramente la pena lasciarsi coinvolgere. Il sorriso del papa’ di Jilda, la dolcezza di Javier nel visitare la bambina in quell’ambiente così povero, l’attenzione dei fratellini di Jilda durante la visita medica alla sorellina, sono stati di una intensità tali da darmi ancora una volta una grande lezione di morale e lasciarmi un grande segno nel cuore.

Ieri grande giorno: gita al lago Titicaca con i bambini del San Pedro! I bambini iscritti erano 60 e gli educatori e “volontari” erano 9 (c’erano ad aiutarci, anche due ex detenute dell’associazione “Vida Nueva”, il gruppo delle donne che producono l’artigianato in alpaca, lana e cotone, che stiamo aiutando a vendere anche noi nei nostri “mercatini equosolidali”! Che bella cosa!) , per cui ce la siamo cavata bene. Oddio…a dirla così sembra facile… come ben sapete i nostri bambini non sono degli angioletti diplomati, anzi… come sempre , per lavorare con loro, devi lasciare a casa (e chiuse a chiave per bene) ansie e pedagogismi accademici tipo “si possono fare male” “non si devono allontanare senza permesso” “questo o quell’altro è assolutamente proibito”… la confusione e l’autogestione anarchica sono una costante che è difficile da digerire per degli educatori abituati al rigore e all’ordine più o meno organizzato! Ogni qualsivoglia programma pensato per la giornata è andato allegramente in fumo e a dettar legge è stata l’energia ribelle dei nostri amati niños! Nonostante la dispersione iniziale, dovuta anche al fatto che eravamo all’aria aperta, lontani circa due ore dalla città e dunque in un ambiente veramente “libero e bello”, siamo riusciti a creare un bel gruppone e abbiamo canalizzato l’energia ribelle dei bambini in varie attività di gruppo. E’ stato veramente fantastico. Soprattutto i sorrisi contenti, le risate e l’emozione del gioco che tutti i bambini hanno dimostrato, mi hanno dato una grande soddisfazione e mi hanno riempito il cuore di gioia… Le cadute nella corsa con i sacchi, l’entusiasmo per le loro squadre, l’incitamento dell’uno con l’altro, le risate gli abbracci e i salti per le vittorie….Una giornata passata fuori dal San Pedro, in un mezzo alla natura, come normalmente accade a tutti noi e ai nostri figli, per loro è stato un “evento”, una “giornata memorabile”…sarebbe bello poter ripetere questa esperienza almeno una volta al mese…i costi ci sono, è vero, ma penso che nella vita dei nostri bambini del San Pedro queste esperienze siano un toccasana, un momento fondamentale perché possano sentire profondamente il loro “essere bambini”, perché possano sperimentare qualcosa che hanno tutto il diritto di vivere…
Il pestifero Willy (ve lo ricordate?) ha seminato “tempesta” ovunque per tutta la giornata, fino a che la mitica Doris (una bravissima educatrice del nostro Centro Educativo) è riuscita a coinvolgerlo nei giochi a squadre che avevamo organizzato (corsa coi sacchi, corsa a coppie con i piedi legati, tiro alla fune, ecc.) e li’ la piccola peste ha diretto la sua carica vulcanica verso qualcosa di “più socialmente accettabile”. Che carino!!! Al ritorno si è messo sulle mie ginocchia per tutte e due le ore di viaggio, accucciandosi nelle mie braccia, a chiedermi e a darmi coccole come se fossi la sua mamma…che tenerezza…la sua aggressività è scomparsa come d’incanto e quando con le sue manine sporche mi prendeva le guance perché lo ascoltassi mentre mi diceva qualcosa, o perché guardassi da una parte o dall’altra o mi stringeva le mani esaminandole, accarezzandole, prendendomi i capelli come in certi rituali preaddormentamento, mi sono quasi venute le lacrime agli occhi… I suoi occhioni così dolci, così bisognosi di amore, dritti nei miei, sono qualcosa che mi porterò dentro per sempre. Non nella testa, ma nel cuore. Non ho figli miei…ma quello che sento quando guardo Willy e tutti questi bambini, forse si avvicina al sentimento materno. A volte li guardo mentre giocano al Centro Educativo, o nelle piazzole del carcere, mentre si strusciano la manica per asciugarsi il moccio dal naso, mentre si tirano su i pantaloni troppo grandi o senza bottoni che cadono, mentre si impegnano nelle attività proposte, mentre tornano nelle loro celle…e mi si apre il cuore, sento l’emozione che mi prende dalla pancia e raggiunge tutto il mio corpo come un’onda di energia… E ancora mi sento grata per questa vita che mi sta donando tutto questo. E ancora mi sento sicura che sto facendo quello per cui “sono stata chiamata” a fare in questo tempo che mi è concesso. E mi sento felice, appagata, piena.

Oggi mi sono guardata allo specchio con un occhio un po’ più attento e mi sono accorta di essere invecchiata…le rughe cominciano a non perdonare e la stanchezza di ogni giorno si fa più evidente… Tempo che passa, esperienza e storia che si sedimenta dentro e fuori… la cosa, devo ammetterlo, un po’ mi spaventa. Ma sento anche un respiro grande dentro di me. Il respiro del tempo che è energia, dell’emozione che si fa azione e che trova il senso al mio camminare, al mio percorrere questa vita in questo mondo.
Vi abbraccio con tutto il mio affetto e l’amore per la vita che posso.
La vostra Barbara
magababa67@hotmail.com

martedì 9 marzo 2010

Foto dalla Bolivia: Valle Sorata

carissimi... oltre a fare esplodere pentole a pressione e ustionarmi (per la cronaca, sto guarendo completamente!!!), durante il carnevale sono stata anche capace di prendermi 3 giorni di riposo in un posto meraviglioso: la splendida valle di Sorata.
Vi mando queste foto perche' vi dimentichiate delle pentole a pressione e siate sereni quando pensate a me...
Sorata e' veramente un incanto della natura!!!
Vi abbraccio tutti, con il "calore" (non ustionante!!!) di questi bellissimi colori dalla Bolivia!
La vostra Barbara laboratoriosolidale@gmail.com


lunedì 11 gennaio 2010

INSIEME progetti interculturali a Cesena

Ciao a tutti!
Sono nuovo da queste parti ma probabilmente conosco alcuni di voi...
Vi segnalo un evento secondo me importante a cui sto collaborando e che spero diventerà sempre di più uno "spazio aperto" per associazioni o singoli che vogliano presentare progetti
o iniziative sul tema dell'intercultura.

Ieri pomeriggio, domenica 10 gennaio 2010 al Museo di Scienze
Naturali di Cesena è stato presentato INSIEME, un "contenitore" di
progetti interculturali
patrocinato dal Comune di Cesena, promosso
dall'Associazione Viaterrea in collaborazione con Cooperativa
Equamente, Ufficio Turismo e Centro Interculturale "MoviMenti".
Il progetto vede il contributo di UGF banca, CTS, ASP Valle del Savio
e la presenza dei media-partners Corriere Romagna ed E20 Romagna.
Sono intervenuti Daniele Gualdi, Assessore alla Cultura del Comune di
Cesena, Pier Luigi Bazzocchi dell'Ufficio Turismo di Cesena, Eddi
Bisulli, Leda Sacchetti e Abele Gasparini, dell'Associazione Viaterrea.
INSIEME ha già in questa prima edizione uno"spazio aperto" per presentare progetti che abbiano come filo conduttore l'intercultura
Il pomeriggio è stato allietato dalle improvvisazioni musicali
dell'Associazione Casa del Cuculo ed è stata inaugurata l’installazione
"Come ospiti nel mondo", un'esposizione di fotografie e non solo, scattate in
vari paesi del "sud" del mondo da giovani che hanno svolto esperienze
di Servizio Civile all'Estero. Uno di questi giovani, Luca Censi, ha
raccontato la sua esperienza in Albania e ribadito l'importanza di
svolgere il Servizio Civile anche fuori dai confini nazionali, per
aprirsi ad una cultura differente e condividere vita ed azioni
quotidiane in un paese straniero.
Ecco il calendario dei prossimi incontri

sabato 16 gennaio

Negozio Equo-solidale
ore 15-17 L´interculturalità del gusto
degustazioni di tè e tisane dal sud del mondo

domenica 17 gennaio

Museo Scienze Naturali
ore 15 Il gioco dell´ospite nel mondo
gioco per grandi e piccini a cura di Viaterrea
è una sorta di gioco di società, consiste in un tabellone composto da 12 simboli-oggetti esposti nella mostra "Come ospiti nel mondo".
Attraverso questo gioco si potranno vedere dal vivo alcuni oggetti e capirne l'utilizzo.
Per diventare "ospiti nel mondo" bisognerà rispondere a domande e superare prove di abilità e fortuna conquistando almeno 4 simboli-oggetti.
ore 18 Il tuo futuro è fuori. È ora di crescere all´estero
a cura di CTS - www.ctseducation.com

sabato 23 gennaio

Negozio Equo-solidale
ore 15-17 L´interculturalità del gusto
degustazioni di cioccolato equo-solidale

domenica 24 gennaio

Cinema San Biagio
ore 15 Africa Blues Africa
ascolti esemplari e immagini a cura di Demetrio Castellucci
(www.myspace.com/blackfanfare)

Museo Scienze Naturali
ore 17 Canto e movimento con Claude Bizex (Benin) laboratorio per
tutti i "bambini" promosso dal Centro Interculturale Movimenti.
Claude Bizex ha già prodotto un cd musicale in Benin, ed è
considerato una stella della tv e della musica in Benin


domenica 31 gennaio

Cinema San Biagio
ore 15 Cartoon News
proiezione video di Riccardo Sivelli/Mauricio Assone/Alberto
Comandini 2009 Italia-Ungheria-Repubblica Ceca-Vietnam
22 min.
Cartoon News è il primo telegiornale a cartoni che tratta i problemi
del mondo raccontati tramite notizie sconcertanti come l´abbandono
del polo da parte dei pinguini o il razzismo che non avremmo mai
pensato esserci nella geometria
Cartoon News è anche cultura e Società, tratta storie dal mondo; da
come un topo può imparare a volare per necessità, a come si sia
risolto il conflitto fra frutta e verdura che durava da secoli.
Cartoon News è il telegiornale del nuovo millennio, entra nella
notizia non curante del fatto che il soggetto sia fatto in carne e
ossa, di plastilina o anche solo di un segno in bianco e nero
"il progetto è il risultato di un quattro workshop di due settimane
in Repubblica Ceca, Ungheria, Vietnam ed Italia all'interno del
progetto europeo "Changing Attitude of the European youth towards
developing countries with the help of migrants" al percorso hanno
partecipato adolescenti di varie nazionalità per sviscerare, tramite
un cartone animato, il loro punto di vista riguardo alle
problematiche delle popolazioni migranti"......

Museo Scienze Naturali
ore 17 suONo
laboratorio per tutti i "bambini" con Svetlana Tymoshkina all´interno
del progetto R2010 Ricreazione di Leda Sacchetti come gli anni
precedenti, si è sviluppato il tema dell´incontro interculturale che
crea una rinascita-ricreazione attraverso i tre canali principali
(suono, visione, azione). Nel contenitore Insieme proponiamo la
prima delle tre parti che svilupperemo quest´anno (suONo)
Il termine di Rinascita utilizzato nelle due precedenti edizioni
viene in questa ultima trasformato in Ricreazione, proprio come il
percorso dei due anni precedenti ci ha suggerito, trattandosi di un
atto artistico


dal 10 al 31 gennaio al Museo di Scienze Naturali
Videobox a cura di Viaterrea
Spazio Aperto per la presentazione di progetti interculturali per
INSIEME 2011
Come ospiti nel mondo esposizione

Per informazioni:
tel. 348 8526266
info@viaterrea.it
www.viaterrea.it


Allego alcune immagini della giornata inaugurale, il programma e il tabellone del gioco legato alla mostra che verrà realizzato domenica prossima.