martedì 16 giugno 2020

Buenas vibras

02/03/2019

La pioggia è forte e il cielo è grigio in questo sabato paceño… nelle ultime settimane tanta gente distrutta dal maltempo…interi paesi spazzati via dalla furia della pioggia, dei fiumi in piena, di montagne irrequiete, turbolente, insofferenti… la strada per Caranavi, la famosa “carretera de la muerte” ha purtroppo reso onore al suo nome, seppellendo circa 20 persone, disperdendone altrettante e facendo un centinaio di feriti nel giro di tre tremende frane che hanno sfogato la loro rabbia assassina qualche giorno fa’. La strada è rimasta chiusa al traffico per 8 giorni, senza possibilità di percorsi alternativi per tornare a La Paz… proprio in quei giorni ero a Caranavi al nostro terreno con un gruppo di volontari a lavorare e siamo rimasti bloccati non solo per l’impossibilità di tornare a La Paz, ma anche perché nel nostro sentiero privato per arrivare al terreno c’è stata una frana considerevole, tanto che abbiamo dovuto chiamare un trattore per liberare il tragitto!!! Grazie a Dio non è successo nulla a nessuno di noi, a parte una lieve ansia per il fatto che in paese non c’era più benzina e i viveri cominciavano a scarseggiare…ma non ci siamo fatti tanti problemi visto che al terreno siamo pieni di banani, mandarini, papaya e avocado!!!!

Come sempre entrare al carcere San Pedro è una emozione grande… una massa di gente accalcata sul cancello di ingresso con gli occhi che cercano di scoprire cosa succede fuori, sulla strada, e che cercano visi di parenti in visita o di avvocati che il più delle volte non ci sono… il numero dei detenuti, anziché diminuire è cresciuto ulteriormente. Sono quasi 3000 ad oggi… un brulichio di anime in pena, chi seduto alla bene meglio su gradini, scale, chi appoggiato ai muri… gruppetti disordinati e vocianti di ragazzi seduti per terra che giocano tra loro ridendo ad alta voce, un paio di persone che si sfidano guardandosi muso a muso, litigando per chissà che cosa… e noto tristemente l’aumento di giovani, tra i 21 e i 25 anni… Tanti abbracci e sorrisi mi riempiono l’anima di una umanità e una tenerezza sconfinata “Barbaritaaaaa!! Dove sei finita!!??” “Ragazziiiii!!! La Barbara è tornata!!” “BON-GIORNO-PROFESORA!” “Dai dai dai daiiiii!!! Allora!!!!” “Come stai Barbara? Dove sei stata tanto tempo?!” “Barbarita linda!! Da quanto tempo non ti vedo!?” “Barbarita, ti porto lo zainetto, ti aiuto?” …ogni persona mi saluta a modo suo e mi da il suo benvenuto, nello strano e aggrovigliato microcosmo “sanpedrino”…e mi sento come a casa, abbracciata dai miei fratelli e …dalle immancabili pulci che mi hanno subito fatto sentire la loro vivace e ballerina presenza!!!

In un angoletto buio riconosco Jose, che mi guarda sorridendo timidamente, quasi con vergogna… sarebbe dovuto già essere fuori da un paio di mesi… Gli chiedo cosa era successo, come mai fosse ancora li’, in carcere. Abbassa lo sguardo e mi dice che non era riuscito a portare avanti le pratiche burocratiche della scarcerazione, perché l’avvocato era sparito così come la famiglia e lui non ha un soldo……capisco che per Jose, uscire dal carcere è un salto nel buio, ha paura di non farcela, ha paura del mondo e di quello che lo aspetta: tanti anni al San Pedro senza mai una visita, abbandonato dalla famiglia lo hanno cambiato e gli hanno tolto la fiducia in se stesso e nella vita. Lo abbraccio e lo guardo dritto negli occhi “Adesso ci mettiamo sotto con le pratiche, Jose! Dai andiamo!” “Ok, domani!” “No no no….ADESSO! Dai, andiamo all’area legale e chiediamo cosa dobbiamo fare!”. Lo prendo sotto braccio e cominciamo a chiedere i formulari e le scartoffie necessarie. Giriamo per gli uffici e sento tutta la sua paura e il suo freno che vorrebbe farlo inchiodare. Mentre aspettiamo in fila all’area medica, mi dice “Barbara, non perdere tempo con me, hai tante cose da fare!” “Non sto perdendo tempo….tu ne hai già perso tanto, di tempo e di vita in libertà, e voglio aiutarti a recuperarlo!” . Gli propongo di venire un periodo a Caranavi una volta uscito, per riprendersi, lavorare la terra e per riflettere con calma sul da farsi, e Jose mi dice di sì, con le lacrime agli occhi…

Mi chiedo quanti José sono imprigionati nella loro stessa paura di non riuscire a ricostruirsi una vita e rimangono in carcere, dimenticati dal sistema e dal mondo, in un limbo spazio-temporale, in una pseudo anafettività solitaria che cela un disperato bisogno di relazione e di aiuto! dentro come fuori dal carcere, le prigioni possono essere di tanti tipi… e a volte basta veramente poco per far scaturire la scintilla della speranza, per accendere un sorriso e una “buena vibra” in chi da tempo non la sentiva!

Ieri pomeriggio uscendo dal carcere, tenendo in bilico fra le braccia cartelline piene di scartoffie e documenti da controllare, mi son sentita gli occhi addosso…alzo lo sguardo sopra le cartelline e dall’altra parte della strada incontro il sorriso di una donna, la moglie di un detenuto che da tre anni è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza, e le cui figlie hanno frequentato per anni il nostro centro educativo…attraverso la strada nel traffico, emozionata (rischiando un paio di incidenti  sempre per la mia fantozzianaggine), e Alma mi viene incontro con gli occhi traboccanti di gioia “Hermana Barbara, che bello vederti!!!” “Alma querida!!!” , mi racconta di come sta, di come sta vivendo, delle difficoltà nel crescere le bambine lontana dal marito…sono stata li’ad ascoltarla, guardandola negli occhi, accogliendo il suo dolore, il suo bisogno di contenimento… mentre saluto le bambine e me le coccolo un po’ , Alma fa una telefonata e mi passa il cellulare e una voce dall’altra parte mi saluta “Hermana Barbara!!! Que gusto escucharte!!!” “Juanitooooo!!! Che piacere!!! Ti stai comportando bene??? Guarda che ti controllo!!! Ahahaha” una risata di cuore mi arriva anche da lui…Alma ha chiamato suo marito che vede solo una volta al mese perché lo salutassi, perché scambiassimo due parole…io non ho veramente parole per esprimere l’emozione che mi ha pervaso…

Le ho detto dell’intenzione di organizzare una gita ad aprile con tutte le mamme e i bambini che frequentavano il centro. Le si sono inondati gli occhi di lacrime, mentre le bambine saltavano felici di gioia e tutte e tre mi hanno abbracciato senza lasciarmi respiro. A quel punto le lacrime hanno raggiunto anche i miei occhi…

Sì, basta veramente poco per generare “buena vibra”…e incontrare un sorriso sincero e spontaneo non ha prezzo !

Mi sento molto fortunata, sfacciatamente fortunata… e tutta questa fortuna sento il bisogno di condividerla con chi ne ha meno o non ne ha affatto…

Grazie Vita, grazie Amici e Fratelli, grazie San Pedro, per ricordarmi ogni giorno il valore di un sorriso, di un abbraccio, la bellezza di ogni momento di gioia e di dolore condiviso con i nostri fratelli!

Vi abbraccio tutti, uno per uno, con un sorriso e tanta gioia nel cuore!

La vostra Barbara

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