mercoledì 13 novembre 2013

Pensieri ed emozioni prenatalizi… (di Babara Magalotti)


La Paz 22-12-13

Questo primo  mese in Bolivia è volato… tra le attività in carcere e quelle più burocratiche all’esterno, non ho avuto quasi un momento per me… e neppure per scrivervi… alla sera ero sempre talmente stanca che non riuscivo a mettere in fila una parola dietro l’altra… ma i pensieri turbinavano… sono successe tante cose, ma oggi, alle porte del Natale, voglio condividere con voi le esperienze che più mi hanno fatto riflettere e mi hanno toccata nel profondo in questo periodo…

Muralla: un angolo sperduto del carcere San Pedro, sezione di isolamento per i detenuti che hanno infranto le regole…uno spazio di circa 60 mt. X 5, lungo il quale si trovano costellate 7 o 8  baracche di fango e lamiera dentro alle quali i detenuti dormono, mangiano, si drogano, si disperano….
Circa una volta alla settimana vado a trovare i ragazzi di Muralla, portando loro cibo e a volte anche vestiti. Venerdì scorso, durante il mio saluto settimanale, sono capitata durante l’ora del rancio. Ho così scoperto che il numero degli Ammurallati è salito a 32 persone, quando normalmente una ventina di persone sono già veramente troppe per vivere in quel luogo…come facciano a sopravvivere e a non soccombere, in quello spazio angusto, sporco e puzzolente, rimane per me un vero mistero. Mistero ancor più incomprensibile dopo aver visto la distribuzione del rancio: un pentolone arrugginito, sporco, unto, annerito dal fuoco, con un pastone di riso patate e chuño maleodoranti… La cosa che mi ha sorpreso e al tempo stesso commossa è stata che i ragazzi si sono messi prima tutti in cerchio intorno al pentolone e poi uno di loro ha detto a gran voce “Adesso fratelli, rendiamo grazie per il cibo che riceviamo”, e un’altro del gruppo ha detto ad alta voce la preghiera “Grazie Signore, per il cibo che ci doni, grazie per avere la possibilità di vivere questa giornata. Ti preghiamo per i malati e gli oppressi, le persone sole che non hanno nulla e ti chiediamo perdono per i nostri peccati”… 
Il cuore mi è salito in gola e lo stomaco era un attorcigliamento di emozioni che salivano rapide a cercare la via di fuga insieme a due lacrime, che ho quasi ingoiato per paura di farmi vedere dai ragazzi… Poi, mentre un chico distribuiva il rancho, ho distribuito una banana e un po’ di yogurt a ognuno di loro: ogni mano tesa, ogni sguardo, ogni abbraccio ogni “Gracias Barbara!” di questi fratelli, era al tempo stesso una ferita e un prezioso regalo per il mio cuore. Un altro insegnamento di vita, un ennesima prova di quanto cammino abbiamo da fare per raggiungere la consapevolezza, la coscienza dell’immane fortuna che abbiamo. Uno di loro mi ha chiesto se avevo in mente di organizzare un corso, un seminario, qualcosa proprio per i ragazzi di Muralla, che non possono uscire e che dunque non hanno mai la possibilità di seguire attività educative o corsi di formazione. Ho risposto che ci penserò e che cercherò di farmi dare i permessi per realizzare qualcosa con loro… Credo che quest’anno il corso di italiano lo farò ai ragazzi di Muralla! All’uscita, ho sentito il vecchio cancello di ferro che si chiudeva alle mie spalle e una stretta al cuore mi ha presa, e ha continuato a stringere lo stomaco, mentre camminavo verso casa.


Il mese di dicembre è stato un turbinio di attività con i nostri bambini del Centro Educativo… due uscite al Espacio Simon I. Patino per laboratori creativi, una uscita al Parco di Laycacota con i più piccoli, il Campeggio di tre giorni a Huajchilla con i più grandi, L’esposizione dei lavori dei bambini con invito ai padri nel nostro Centro, Una Campagna di Promozione della Salute organizzata dalla Polizia che ha chiesto il nostro aiuto nell’organizzazione e infine la festa di Natale con la partecipazione degli attori del Teatro Trono di El Alto che hanno animato la mattinata con i loro sketch e il loro numero con i tamburi (BELLISSIMO!!!)… un susseguirsi di eventi che ci ha lasciato veramente poco tempo per fare altro  se non CORRERE DALLA MATTINA ALLA SERA…ma è andato tutto benissimo e i bambini ora sono in “lutto” per la chiusura del Centro Educativo… “Non vogliamo che chiuda il Centro!!!”…ma come sempre abbiamo necessità di chiudere anche per poter fare i lavori di manutenzione , così ho chiesto al gruppo dei più grandi se a gennaio mi vogliono aiutare nelle pulizie generali o in qualche altro lavoro leggero e ovviamente sono stati entusiasti di sentirselo chiedere!
Il Campeggio di tre giorni a Huajchilla è stato un successo….i bambini erano emozionatissimi, anche perché non sono abituati a stare fuori dal carcere e soprattutto con adulti che non siano loro famigliari… per loro anche solo avere a disposizione le stanze con i letti a castello pulite, profumate, con una o due coperte a testa, con un cuscino, e con un materasso comodo è stato un “dono prezioso”: “Che belli questi letti!! E che comodi che sono!!” …. Mi facevano una tenerezza che non vi riesco a spiegare… anche le bambine, con le quali ho dormito nella camerata più grande erano in fermento e non facevano che dire “Che bello qui! Che bella questa camera! E che bei letti comodi!”. Il successo del Campeggio si può evincere dalla frase più frequente ascoltata “RIMANIAMO QUI UN MESE!!??” e un’altra “Rimaniamo qui per SEMPRE???”… beh, sicuramente questa esperienza è la dimostrazione che se il nostro gruppo educativo venisse coinvolto in un progetto di accoglienza esterna al carcere per questi bambini, i bambini ci verrebbero molto volentieri e sono sicura che anche i padri, che hanno dimostrato di avere molta fiducia in noi lasciandoci “portar via” per tre giorni i loro figli, piano piano si convincerebbero a lasciarceli all’esterno del carcere… VEDREMO!!!

La piccola Clarita, la mascotte del gruppo infilata all’ultimo momento nell’elenco dei partecipanti (per il ritiro di un bambino che si è ammalato), girava per tutta la casa curiosa di vedere com’era… ad un certo punto mi dice “Barbara dov’è la nostra cella??” … Clarita è nata in carcere e non ha mai vissuto fuori di lì e forse non ha mai visto una casa “normale” se non in televisione.  Per lei è normale la sua cella angusta, dove il padre beve e si ubriaca un giorno sì e un giorno no, insieme ad altri “compagni di merende” e dove lei deve prendere sonno, vicino ai suoi fratelli, sentendo le loro voci stridule e sentendo l’odore dell’alcol… l’ultima cosa che vede alla sera e la prima cosa che vede al mattino non è il viso sorridente della sua mamma, ma forse qualche ubriaco puzzolente addormentato vicino a lei… Come non affezionarsi a questa “rosa del deserto”??? Soprattutto quando senti che cerca continuamente il tuo contatto, la tua mano nella mano, ti si accoccola in grembo  e ti stringe forte al collo perché cerca “una mamma” che le dia amore? Ecco, mentre vi scrivo di lei sto piangendo, perché è talmente forte il legame che si è creato tra noi, che sento tutto il suo bisogno d’amore e insieme anche  le sue emozioni negative (come la sua paura di non sapere come si addormenterà stasera, se dovrà tapparsi le orecchie per non sentire…). Non a caso la Clarita non sta mai nella sua cella, ma gira per il carcere dalla mattina alla sera e quando mi vede non mi molla un secondo, da quando entro in carcere a quando esco. Vuole sempre stare in braccio, e credo probabilmente perché nella sua vita (ha compiuto 7 anni quest’anno) c’è stata veramente poco in braccio a qualcuno….

Mi asciugo le lacrime e mi soffio il naso… visualizzo il sorriso della Clarita, immagino il suo abbraccio e rivado col pensiero ad “ascoltare” la sua vocina mentre pronuncia il mio nome guardandomi negli occhi e tenendomi il viso tra le sue manine… soprattutto penso a quanta forza abbia questa piccola-grande bambina, a che istinto di sopravvivenza dimostra tutti i giorni e a che grande desiderio di felicità e serenità porta con se nel suo cuore….e allora sorrido anche io… se ci siamo incontrate ci sarà un perché….e a questo “perché” vado incontro con tutta me stessa! Questo “perché” mi chiede di non deluderlo…

Vi abbraccio forte forte e vi auguro con tutto il cuore un Natale sereno, pieno di amore!
La vostra Barbara
barbara magalotti magababa67@hotmail.com