domenica 24 febbraio 2013

I mei galeotti

Il 24/02/13 01.16, "barbara magalotti" <magababa67@hotmail.com> ha scritto:

Eccomi qua: sono le 17,00 e sono appena rientrata a casa dal consueto pranzo del sabato con i detenuti del San Pedro. Oggi il cuoco era Rodrigo, il peruviano dentro da circa tre anni, e come aiuto cuochi c’eravamo io, Luis e Armando il messicano. Come sempre la giornata è volata via tra chiacchiere, battute, risate e racconti di vita… Oggi per la prima volta ha partecipato al pranzo anche Edson, un olandese di colore col sorriso stampato in faccia dalla mattina alla sera… sembra davvero che sia cascato in una tinozza di te alla marihuana da piccolo, e che ancora ne abbia gli effetti (tipo Obelix, per intenderci!!!!): meglio per lui, visto che deve stare in galera e non si sa per quanto!!!! E oggi, con la compagnia della banda di colombiani, il pranzo è stato condito da grasse risate, con racconti di vita carceraria egregiamente sceneggiati (quasi recitati su un palcoscenico, con mimica ed “effetti speciali” inclusi) e gran finale, il racconto della tentata fuga di due detenuti dalla sezione di isolamento “Grulla”di due giorni fa’: la fuga purtroppo è stata molto breve, perché ad un isolato di distanza i due fuggitivi che stavano scappando di corsa, hanno incrociato la camionetta della polizia penitenziaria che stava portando i detenuti a udienza in tribunale…ovviamente i poliziotti hanno aperto il fuoco e i due con le mani in alto sono rientrati con la coda fra le gambe in gabbia…

La cosa strana e stupenda allo stesso tempo, è che i racconti dei miei galeotti fluiscono sinceri e vivi da parte loro, senza la minima paura di essere giudicati da me…immaginatevi una quindicina di detenuti e una volontaria donna (che sarei io) in mezzo a loro e i loro racconti! Fantastico!!! A volte Stefano o altri amici mi dicono “Devi uscire, prenderti il tempo per te”…io in verità posso dire con tutta onestà che le mie giornate al San Pedro sono così condite di umanità, che davvero non mi interessa uscire alla sera, andare a ballare o simili… mi sento talmente a casa con queste persone, mi sento così coccolata e mi diverto così tanto con loro, che non mi sento mancare assolutamente nulla “fuori”…forse sbaglio, ma il rapporto con queste persone è così sincero e vero, che mi riempie la vita! All’uscita dal carcere, al cancello che delimita “il dentro dal fuori”, c’è sempre un accalcamento di gente che preme contro le sbarre, un po’ per necessità e un po’ per la curiosità di guardare verso la porta principale, la fessura di luce che da’ sulla strada e vedere il mondo esterno…gente malmessa, maleodorante, con facce assurde, feriti, malati… l’attesa alle sbarre, spesso anche lunga perché la polizia fa sempre i suoi comodi, è sempre l’occasione per scambiare due parole con i “taxi” (detenuti che per un peso ti cercano le persone dentro al dedalo labirintico del San Pedro)…sempre, immancabilmente, due battute sulle condizioni carcerarie o sulla mia presenza al San Pedro, e sempre una risata ironica che nasce spontanea…C’è un detenuto che ogni volta che entro o esco dal cancello mi corre incontro perché vuole un bacio ”Barbara que linda eres! Que haces en medio de estos maleantes, princesa??!” e io: “Vieja, bruja y soltera soy! Donde voy????” “Jajajajajaja”. A loro basta questo: sentire di essere considerati, sentire che qualcuno parla “proprio con loro”… e immancabilmente mi dico “Che grandi che sono!” . Soprattutto a sopravvivere e riuscire ancora a ridere ironicamente della loro condizione…

Domenica scorsa sono stata ospite a casa di Renan, un ex detenuto e Pachuli (anche lui da un anno fuori dal San Pedro). Un pranzo con plato paceño coi fiocchi, mangiato con le mani….una meraviglia!!! La casa di Renan, per quanto povera e assolutamente priva di comfort (così come li consideriamo noi “occidentali”), è talmente carica di amore e “verità”, che non vorresti mai andar via…Renan ha 7 figli e una moglie incantevole, una donnona tutta d’un pezzo e tutta dedita alla famiglia…i figli sono davvero un incanto, ogni tanto passano e danno un abbraccio e un bacio a mamma e papà… Dopo il pranzo siamo andati a salutare Rafael, il nostro cuidador del Kinder, uscito grazie all’indulto, ospite presso la famiglia di Walter, l’ex delegato della sezione San Martìn del San Pedro. Una banda di ex galeotti in festa, tra i quali io e Matteo (un volontario italiano) eravamo gli unici a non essere mai stati in galera…l’intento palese della “banda Bassotti” è quella di farsi fuori una cassa di birra, per festeggiare l’uscita del compañero: mi tocca proprio fare un brindisi con loro e il fratello di Walter, abbracciandomi, mi dice “Barbara! Ti conoscevo solo attraverso i racconti di mio fratello e sua moglie, che mi dicevano meraviglie su di te e il tuo lavoro in carcere: sono felice di conoscerti di persona! Qualsiasi cosa, sarò felice di aiutarti”.

Insomma…pare proprio che fuori dal carcere mi sia guadagnata una schiera di angeli custodi…non proprio con l’aureola, ma tanto affettuosi!
Sono contenta, sono felice di essere qui, e la mia famiglia allargata di galeotti ed ex galeotti mi convince sempre più di star facendo la mia strada….

Un abbraccio forte a tutti!

La vostra Barbara

domenica 3 febbraio 2013

Da Tarija a La Paz!!!

From: magababa67@hotmail.com
Subject: Da Tarija a La Paz!!!
Date: Fri, 18 Jan 2013 17:05:54 +0000

Bene bene! Dopo Capodanno sono riuscita a prendermi ben 8 giorni per fare un po’ di vacanze!!! Meta: Tarija (circa 18 ore di bus da La Paz). Sono stata qualche giorno alla “Colmena Santa Rita”, la comunità di Padre Alessandro, che accoglie circa 65 persone con problematiche per lo più di alcolismo e consumo di droga, ma anche ragazzi orfani, minori autori di reato e qualche ragazzo con handicap psico-fisici…come sempre alla Colmena si respira una energia positiva, si sente l’amore e la passione che sanno trasmettere Alessandro e Antonia alle persone , e soprattutto il “senso di famiglia” che immediatamente ti rapisce e che te ne fa sentire parte fin dai primi momenti! Una meraviglia!
Alcuni ragazzi mi hanno raccontato la loro storia, e devo dire che in più di una occasione mi hanno commosso sia per la profonda carenza affettiva che hanno provato durante tutto il corso della loro vita, per il baratro esistenziale nel quale si sono trovati (alcol, droga, carcere, solitudine) sia per il coraggio e la forza che hanno dimostrato nonostante l’assenza totale di una famiglia, di sostegno, di affetto, di amicizie, nel voler intraprendere una via alternativa, di voler “ricostruire” da zero la propria vita iniziando un percorso terapeutico in comunità. Come sempre sono queste persone che mi fanno riflettere sulla mia fortuna di essere umano e mi arricchiscono interiormente facendomi lavorare emozionalmente sull’umiltà e la pazienza… due grandi qualità che purtroppo a 45 anni suonati, faccio una gran fatica ad assimilare, o per lo meno a coltivare con perseveranza…

Pochi giorni alla Colmena mi hanno fatto affezionare visceralmente a tante persone…Delfin su tutti, un ragazzino ritardato e tanto bisognoso di affetto (il padre lo aveva segregato a vivere con gli animali, legato ad una catena per anni…), che dopo il primo giorno, già mi chiamava “TIA BARBARA!!!” e all’improvviso arrivava correndo a darmi abbracci di una tenerezza disarmante, e mi seguiva dovunque andassi come una guardia del corpo! Juan Carlos, che mi ha sorpreso in lacrime, mentre leggevo una mail di mio fratello Matteo, nella quale mi diceva della morte di un mio zio…abbiamo cominciato a parlare e lui mi diceva della sua incapacità a soffrire, perché probabilmente (così diceva) non ha mai avuto un legame affettivo familiare, e non riesce a capire cosa vuol dire perdere qualcuno a cui si tenga tanto…alle mie lacrime per lo zio Karl, si sono mescolate quelle per il bambino Juan Carlos, che non sa, non ha mai saputo, cos’è l’abbraccio della mamma…

Rientrata a La Paz mi sono subito immersa nel lavoro al San Pedro: colloqui con l’assistente sociale, la psicologa, il presidente dei delegati, Regimen Penitenciario, lavori di ristrutturazione del Centro Educativo insieme a Rafael e Daniel, un detenuto svizzero che si è reso disponibile ad aggiustare qualche mobile. Abbiamo lavato e ridipinto con la coppale tutti i mobili del Centro e ieri i bambini non ce l’hanno proprio più fatta a vedermi entrare e uscire dal Centro…4 bambini si sono affacciati timidamente alla porta perfettamente coscienti del fatto che il Centro non era aperto per giocare “Possiamo vedere?” “Se mi aiutate potete anche stare!” Contentissimi sono entrati e li ho fatti sedere a due tavolini, e insieme abbiamo fatto le punte a tutte le matite, i colori, abbiamo messo a posto i pennarelli, buttato via quelli che non funzionavano più e vedeste che impegno che ci hanno messo!! Mi hanno davvero commosso…da 4 i bambini sono diventati 8 e ad ognuno ho assegnato un compito perché si rendessero utili… Eravamo tutti talmente presi dal lavoro che non mi sono accorta del tempo che passava: erano già le 17,00, dunque ho dato ai bambini un piccolo premio per il lavoro svolto (un pacchetto di pop corn) e tutti contenti sono usciti “Hermana Barbara, domani ti aiutiamo ancora, si?”: che cari!!! Improvvisamente suona la campana della sezione e tutti i detenuti scendono nella piazzetta in riunione. Il delegato urla a gran voce che il Direttore del Regimen Penitenciario non ha mantenuto le promesse fatte, che i detenuti sono stanchi di essere manipolati e presi in giro dalla “legge” che consente una retardaciòn de justicia intollerabile, con gente che sta dentro al carcere anche per anni senza nemmeno riuscire ad avere una udienza, che la legge dell’indulto (che avrebbe dovuto aiutare a svuotare le carceri) è una pagliacciata grazie alla quale dei 2.400 detenuti del San Pedro ne usciranno solo 30!!! Il Delegato alza i toni e dichiara la necessità di una sommossa carceraria pesante, per far valere i diritti dei detenuti…i detenuti cominciano a gridare e a correre verso la porta principale…io ovviamente volo fuori dal Centro e cerco di arrivare alla porta principale per uscire, in mezzo ad un fuggi fuggi generale…UN DELIRIO!! Scena di panico, tipo tragedia del Titanic, o scene da guerra di stadio di tifoserie nemiche…i detenuti erano tutti accalcati sul cancello …e io (la solita fantozzi) in mezzo a loro!!! Per fortuna al San Pedro mi conoscono tutti e mentre i galeotti agitavano manganelli e pietre da scagliare contro alla polizia, io con fare da Mr. Bean chiedevo un po’ a destra e un po’ a sinistra ,con un sorriso ebete “Scusa, io dovrei uscire, mi fai passare?””La Hermana Barbara tiene que salir!!!”…AHAHAHAHAHAHAHAH!!!! I familiari in visita ai detenuti erano impanichiti, pietrificati dalla paura…e io cercavo goffamentedi tranquillizzarli in mezzo agli spintoni, dicendo di non gridare, perché era veramente peggio… dopo venti minuti di contorsionismo, spinte e preghiere, sono riuscita a mettere il naso fuori dal cancello, e il resto del corpo è uscito con una spinta di non so chi…MA E’ STATA VERAMENTE DURA!!!

Insomma, un bel rientro, con battesimo del fuoco!

Direi che adesso sono proprio pronta ad affrontare la riapertura del Centro Educativo “Alegrìa”!!!! … nonostante tutti i casini e le difficoltà, sono sempre più innamorata del mio San Pedro!!!

Un abbraccio a tutti dalla vostra Barbara

Un altro piccolo-grande miracolo del San Pedro

From: magababa67@hotmail.com
Subject: Un altro piccolo-grande miracolo del San Pedro
Date: Tue, 25 Dec 2012 22:28:00 +0000

Sono stati giorni duri e intensi…
organizzare 3 uscite con i bambini del carcere, l’incontro con i professori e i genitori nel carcere, e poi 3 giorni di avvenimenti importanti per le feste natalizie: Il gruppo teatrale “Trono” di El Alto, l’uscita per il laboratorio creativo al Centro Simoni I. Patiño, l’esposizione dei lavori dei bambini con genitori, il pranzo di Natale con i detenuti e poi la festa di Natale del Centro Educativo e la messa della Vigilia, preceduto dalle prove del coro due volte alla settimana….il tutto condito con i problemi per il mio visto in Bolivia e la redazione della relazione trimestrale e quella annuale per il Ministero de Gobierno (24 e 35 pagine l'una...)… AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!! AIUUUUUTOOOOOOO!!! Diciamo che è stato un surplus esagerato di stimoli (alcuni abbastanza stressanti!), che però hanno dato, alla fine, dei frutti dolcissimi!

E’ stato bellissimo proporre tante attività “alternative” per i bambini. Ogni giorno i niños mi chiedevano “Oggi cosa c’è in programma ??” Sembrava veramente un turbinio di novità, che anche i bambini facevano fatica a seguire!!! Ma che bello!!!



Sicuramente la Vigilia di Natale, con il consueto pranzo insieme ai detenuti e la messa alla sera con il coro dei niños è stata la giornata più bella. Hanno partecipato al pranzo quasi 30 persone, con le lasagne di Lucio e la musica di Jose che ha allietato l’incontro: alla fine mi hanno obbligato a cantare “Cambia todo cambia” , (che sembra essere realmente il nostro inno alla vita e alla possibilità di cambiamento, di resurrezione), a suon di grida generali e irrifiutabili “BAR-BA-RA!!!! BAR-BA-RA!!!”…hanno partecipato al pranzo anche Marcello, Massimo (due miei ex collaboratori quando facevo volontariato con i chicos de la calle, 10 anni fa’) e Vera che ha prestato volontariato nel nostro Centro Educativo per quasi un anno nel 2008. Inutile dire che è stato veramente, come sempre, bello e commovente “stare”, condividere con i miei galeotti la Vigilia di Natale, e gli auguri scambiati di persona uno per uno con un abbraccio e un piccolo discorso personale, sono stati quello che di più sincero e profondo si possa esperire, quasi un ingenuo esorcismo, un rito di benedizione spontaneo… il gruppo dei pranzi del sabato è iniziato quasi due anni fa’, e ora sembra davvero un momento indispensabile, un appuntamento “atteso” “indispensabile”, che culmina con il pranzo di Natale…una ciurma di pirati, un’accozzaglia di strani individui (me compresa!!!)….narcotrafficanti, truffatori, semplici ladruncoli, killer, stupratori, terroristi, innocenti ingiustamente accusati di reato e prigionieri politici, tutti insieme senza inutili pregiudizi (a parte qualche campanilismo di genere) che si ritrovano per “stare insieme”, godere insieme di un attimo “leggero”, “vero”, fuori dalla angosciante dimensione psicologica della reclusione, attraverso la condivisione…qualcosa di unico e speciale che sono felice di vedere realizzarsi all’interno del San Pedro! E ancora ho come la sensazione di aver colto nuovamente il senso del Natale: una nascita e una rinascita, individuale e collettiva. Che potenza!!!



Due teglie di lasagne sono state accuratamente “sporzionate” e confezionate per i detenuti in Muralla (la sezione di isolamento). Io e Vera ci dirigiamo verso la zona dei “paria” dei detenuti…non siamo ancora entrate che già qualcuno grida “La hermana Barbara ha venido!!!”, e sbucano dai rifugi di mattoni e macerie gli “ammurallati”, sporchi, feriti, malati, puzzolenti… “La hermana Barbara nunca se olvida de nostros! Siempre nos visita en Nochebuena!” dice un chico al poliziotto che ci sorveglia, e che guarda con aria incuriosita, sospetta e divertita nello stesso tempo, la non calanche con la quale io e Vera, due grigas, abbracciamo e “battiamo un 5” alla fauna che rapida arriva a ricevere il suo regalo di Natale! Facciamo due chiacchiere con i detenuti in isolamento e ancor di più sento che veramente sono nel posto giusto al momento giusto…non per loro, MA PER ME, che ricevo da queste persone il messaggio di stare facendo realmente quello che nella mia vita voglio e posso fare! Donare un po’ della mia fortuna a chi di fortuna, affetto, senso di sicurezza, non ne ha mai avuto!



La piccola Chela, terribile e indomabile, ha portato il Niño Jesus all’altare, adagiandolo nel presepe della Cappilla, con gioia e orgoglio, con una devozione e un senso di responsabilità che non le avevo mai visto addosso…le ho chiesto se voleva andarsi a sedere vicino alla nostra educatrice Marilia durante la messa, perché lei non faceva parte del coro, ma lei mi ha risposto che voleva stare vicino a me, in mezzo ai cantori. E’ stata bravissima e, cosa assolutamente impensabile, non ha molestato come al solito chi le stava vicino: attenta e interessata alla messa, al gruppo musicale, alle canzoni che abbiamo cantato…ogni tanto sbadigliava stanchissima stendendosi sulle mie gambe e facendomi le coccole, ma ha tenuto duro fino alla fine del rito, quando con gli auguri di Natale, ho dedicato “Gracias a la vida” ai detenuti, alla vita che ci da la possibilità di sbagliare, correggere i nostri errori e migliorare noi stessi attraverso l’esperienza, le relazioni, la crescita interiore, e ringraziando personalmente proprio loro, per darmi la possibilità di riflettere ogni giorno su me stessa e per farmi sentire “dentro” il senso del Natale.



I dieci metri dalla Cappilla al cancello di uscita dal carcere sono di nuovo immersa negli abbracci e gli auguri dei detenuti…un Natale pieno, così carico di amore e' davvero un’altro piccolo-grande miracolo del San Pedro dentro al mio cuore!

Un abbraccio pieno di affetto e amore a tutti voi:

La vostra Barbara


Rientro a La Paz!


From: magababa67@hotmail.com
Subject: Rientro a La Paz!
Date: Sat, 1 Dec 2012 22:51:42 +0000


… quasi quasi spengo il telefono… da quando sono arrivata è il primo momento (e sono le 17,00 di sabato pomeriggio, 1 dicembre!) che mi fermo un attimo a raccogliere le idee! Due settimane e piú sono davvero volate, nel turbinio degli impegni e delle attività con il Centro Educativo...veramente una catena continua!

Sono alla finestra della nostra casina in Plaza España e l’Illimani gioca a nascondino tra le nuvole, lasciando intravvedere le appendici imbiancate dalla nevicata di ieri…ED E’ ESTATE!!!!

Come sempre l’accoglienza del San Pedro non ha uguali…facce vecchie, nuove, “ripescaggi” vari: tutti fanno capolino per un saluto e un abbraccio. Il primo giorno ci ho messo più di un’ora ad arrivare dal cancello di ingresso al Kinder (e lungo il tragitto si sono accumulate richieste, emergenze, varie ed eventuali sufficienti a darmi lavoro per un anno! :), ma ho voluto salutare per bene tutti, prevedendo che nelle settimane a venire il lavoro con i bambini sarebbe stato tanto e che non avrei avuto tanto tempo per i galeotti. Come sempre la doccia di germi e variegate patologie ha messo a prova il mio sistema immunitario che ha retto egregiamente la pioggia di saliva, alitate veramente insostenibili, strette di mano e abbracci umidicci e “immondiziosi” che condiscono “l’insalata” dei saluti sampedrini…la grande emozione e la gioia di essere di nuovo in mezzo ai miei galeotti e i miei piccoli delinquenti è più forte di qualunque attacco batterico!!! Poi entro finalmente nel Kinder…i bambini mi hanno investita letteralmente, agitandosi e gridando come scimmiette, saltandomi al collo, tirandomi la giacca, baciandomi dappertutto…mamma mia che tenerezza! Due bambine mi hanno messo in mano un bigliettino rosa: un grande cuore con sotto scritto “Hermanita Barbara, gracias por volver! Te quieremos mucho!”. Questo abbraccio a 360° mi ha stordita, inebriata, riempito il cuore fino all’ultimo angolino sperduto…alla fine, ovviamente sono caduta col culo per terra e i bambini tutti addosso!!! Fantastico!!!!



Sono uscita da poco dal carcere dove si è tenuto il consueto pranzo con il gruppo di detenuti che devo dire, si sono dati tutti da fare: Armando il messicano alla parriglia (sapientemente insaporita tutta la notte da Jose), Javier il colombiano al forno con patate e salsicce e Rafael, il nostro cuidador, alla pentola a pressione con il riso; io mi sono zuzzata il lavaggio dell’insalata sotto l’acqua gelida dei rubinetti del patio di San Martin (mani viola in ipotermia per mezzora!!!!). Infine Rodrigo lo spagnolo, con la sua mujer mi hanno aiutato a lavare i piatti e due o tre ospiti della sezione Pinos hanno minuziosamente pulito il Kinder per non lasciare alcuna traccia. Abbiamo mangiato tutti a quattro ganasce e fatto tante chiacchiere, anche se il clima era un po’ mesto…quando ho tirato fuori il tamburo per accompagnare Jose alla chitarra, simultaneamente tutti noi abbiamo pensato a Felipe Costa, scomparso lo scorso giugno… Quel tamburo che per tanti sabati era stato toccato quasi esclusivamente da lui, sembrava parlasse!

Devo dire che il vortice di attività del nostro Centro Educativo mi ha subito “inglobata” fina dai primi giorni dal mio arrivo. Abbiamo già fatto due uscite con i bambini, e per il mese di dicembre ce ne sono in programma altre due, oltre alla ormai immancabile festa di Natale che si terrà il 19 dicembre, questa volta nel patio della nostra amata sezione “San Martìn”. Dalla prossima settimana ricominciano le prove del mitico coro dei bambini per la messa di Natale…come diceva qualcuno: comunque vada, sarà un successo!

Un piccolo episodio, tenero tenero, che mi ha colpito ed è stato un regalo per questo Natale e per tutti i Natali a venire: l’altro giorno, fatti salire i bambini sul bus per l’escursione (era il turno dei piccolini dai 4 ai 6 anni), sotto gli occhi incuriositi e divertiti del poliziotto del carcere, si sono affacciati tutti dai finestrini allungando le braccia richiedendo tutti, uno per uno, di darmi un bacio (due, tre, quattro…) e un abbraccio: “Yo tambièn! Yo tambièn!”…con quelle loro manine allungate e i loro visini sorridenti mi hanno quasi fatto piangere dall’emozione. Una bambina non mi voleva lasciare andare, sporgendosi dal finestrino, stringendo il suo faccino contro il mio e cingendomi il collo e mi diceva “Gracias hermana Barbara por estar aquì! Te quiero mucho!”…



Insomma: cosa voglio di più dalla vita? J Sono felice di essere qui!

Un abbraccio a tutti dalla vostra Barbara