martedì 16 giugno 2020

I miei primi 50 anni

06/08/2017




Eccomi qua,  sulla soglia dei miei 50 anni… come non riflettere su quel che è stata fino ad ora la mia vita, i passi che ho mosso su questa Terra, le emozioni che ho provato, il cammino che ho intrapreso e sul quale continuo a camminare?
Vorrei dire ai miei “prossimi 50 anni”…
 di rispettare e onorare i miei primi 50 anni, perché sono stati l’esperimento totale e assoluto, inconsapevole e ingenuo alla scoperta della vita, di me stessa e del mondo che mi circonda… perché sono stati così intensi e sfrenati che sono volati in un lampo (come tutte le cose belle ed entusiasmanti che si rispettino), ma così preziosi da rendermi oggi quella che sono, dandomi il lusso di non avere rimpianti, perché , grazie al cielo, ho avuto la fortuna di avere le forze fisiche e mentali per impegnarmi a fondo e con tutta la mia passione  in quello che ho fatto, nello studio, nel lavoro, nel volontariato, nell’impegno umano…e ho  incontrato sulla mia strada tante persone che mi hanno dato tanto amore e mi hanno insegnato tanto, tanti amici e fratelli dell’anima che mi hanno accompagnato per tragitti più o meno lunghi ma tutti importanti, e la mia sfrontatezza e follia (e la mia poca inclinazione alla formalità e alla routine), mi hanno fatto fare esperienze che mi hanno cambiata o forse, più semplicemente, hanno fatto emergere lati di me stessa che non vedevano l’ora di prendere vita…come dei semi innaffiati nel posto giusto al momento giusto….mi sento molto fortunata!
Vorrei dire ai miei "prossimi 50 anni" di non abusare delle forze, di trovare spazi e tempo per guardare i tramonti, per abbracciare le persone care, per divertirmi con leggerezza, per camminare, nuotare,  leggere, cantare, giocare con i bambini, viaggiare in posti sconosciuti, stare da sola quando ne ho voglia, ballare e fare l’amore…
Vorrei dire loro di passare il tempo con le persone che fanno stare bene ed evitare le persone che fanno stare male,  di dare un’altra possibilità a chi davvero la cerca per migliorare (e includo anche a me stessa…) e di perdonare quando ne vale veramente la pena (ma di non ostinarsi a dare l’altra guancia quando è stata colpita tanto che comincia a fare troppo male!), di non chiudere mai il cuore anche se si ha sofferto tanto, di continuare a piangere per l’emozione anche in mezzo alla gente, di non avere paura del futuro ma esserne perennemente incuriositi, di non avere paura del tempo che passa, della vecchiaia, della morte (perché “ il mondo è più tempo che storia, perché il tempo è molto più che vita” e noi siamo solo una piccola pulce nell’universo, un microscopico nanosecondo nello spazio-tempo di qualcosa di infinitamente grande….),  di avere fiducia nel fatto che il tempo è quella entità favolosa, miracolosa, che piano piano riesce a curare  le ferite ( anche se, come mi disse un giorno mio fratello Matteo, “arriva solo fino a pagina 10”…), di sentire il tempo e tutto ciò che vi passa in mezzo come humus della crescita interiore  e della trasformazione dell’ essere, di continuare a credere che esista l’anima gemella come a 15 anni (perché l’anima gemella esiste, sono io che non l’ho ancora trovata! …o chissà magari l’ho incontrata e non l’ho riconosciuta…la solita Fantozzi!!!), di darsi pace se alcune cose non vanno come si vorrebbe che andassero (perché, a differenza dell’anima gemella, la perfezione non esiste, se non nell’espressione pura della natura), di credere profondamente nei sogni ed avere come “Nord” le Utopie (perché, come dice Eduardo Galeano, è l’Utopia che ti fa camminare), di continuare a sentire che la vita è una straordinaria avventura e i giorni sono  i suoi misteriosi capitoli di cui noi siamo gli anarchici registi e sceneggiatori, di non smettere mai di inchinarsi umilmente di fronte alla natura e all’umano, di non cedere mai il passo al pregiudizio, di lottare incessantemente contro le ingiustizie e lavorare duro per un mondo migliore per tutti , di ringraziare la vita sempre e di non avere paura e non lasciarsi angosciare dalle delusioni, dagli scogli, dalle malattie e dai dolori (perché anche questi hanno una loro funzione,  e se sono lì, è per indicarci qualcosa, anche se può sembrare impossibile…), di accettare con affetto i propri difetti  (ma anche di continuare a lavorare per migliorare se stessi), di saper chiedere perdono con umiltà e consapevolezza, di accettare i cambiamenti fisici e mentali senza farne un dramma, ma di non perdere mai l’incanto e la magia della “parte bambina” dell’essere…
Proprio oggi vorrei dire ai miei prossimi 50 anni che In fondo, tutta la mia vita, fino a questo istante, è stata un viaggio alla ricerca e alla scoperta dell’amore in tutte le sue forme…
vorrei chiedere loro , umilmente, di darmi ancora la possibilità di spendere i semi dell’amore che sono dentro di me e darmi l’energia e  la forza per continuare a trovarlo, perché il senso della vita per me è semplicemente questo: Amore

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