mercoledì 7 maggio 2014

Sono appena uscita da Chonchocoro, dopo l’ultima sessione del ciclo di Cineforum…

di Barbara Magaolotti


È stata una giornata molto intensa, e sicuramente già durante il viaggio di andata covavo qualcosa dentro al cuore, come la consapevolezza che sarebbe stato difficile incontrarsi per l’ultima volta con questo gruppo di detenuti…
 

Oggi, ho tentato di portare la macchina fotografica, perché volevo fare qualche foto da condividere con loro e da lasciare come ricordo di questo breve percorso fatto insieme. Nonostante il permesso ricevuto personalmente dal direttore del carcere, ai tre posti di blocco di polizia mi hanno fatto il terzo grado per poter entrare… che fatica… Di nuovo la percezione del forte isolamento che devono vivere queste persone…

L’ultimo film che ho proposto era Amigos intocables (in Italia Quasi amici), la storia vera di una amicizia fra un ragazzo di origine senegalese  e un tetraplegico ricchissimo, ambientata a Parigi. È piaciuto tantissimo e alla fine della proiezione tutti i partecipanti hanno applaudito… quasi come un applauso corale a tutto il cineforum: è stato molto emozionante. I ragazzi non sapevano che non sarei più andata a Chonchocoro, perché aspettavo il momento del “dopo film” per dirglielo… Già alle ultime battute del film avevo cominciato a piangere, e a dire il vero mi chiedevo anche il perché, visto che il film l’ho visto più di 5 o 6 volte e l’ultima volta l’ho visto qualche giorno prima del cineforum per essere certa che il dvd fosse a posto e non avesse problemi… mentre mi soffiavo il naso un detenuto mi si avvicina e mi abbraccia e mi dice “Le separazioni sono sempre molto difficili”: ecco che il pianto ha cominciato a diventare un singhiozzo senza via di ritorno e Felipe mi ha abbracciata ancora più forte, come a volermi consolare…mi sono sentita piccola piccola… come sempre sono “gli ultimi” che mi dimostrano che la vita è bella nonostante tutto e che le relazioni umane,  sono ciò che conta e che da senso ai nostri giorni. Dopo il pranzo siamo ritornati nella sala del cineforum e abbiamo riflettuto insieme, come sempre, sui contenuti del film e, trattenendo le lacrime a fatica, ho annunciato che presto sarei partita per l’Italia, e che era il nostro ultimo incontro, ringraziando tutti i partecipanti per avermi dato la possibilità di sperimentarmi in questa bellissima attività, e soprattutto per le bellissime riflessioni e contributi personali che ognuno di loro ha regalato a me e agli altri. Raul ha preso la parola e ha espresso la sua gratitudine per l’attività svolta e i bei momenti passati insieme, sottolineando come nel carcere di massima sicurezza Chonchocoro non sia mai successo che tante persone (circa 50 ogni volta) si riunissero dalla mattina alla sera e soprattutto si aprissero a riflessioni anche profonde, personali… mi ha augurato buon viaggio, chiedendomi a nome di tutti di ripetere questa bella esperienza il prossimo anno. Quando è partito l’applauso e le grida dei detenuti hanno invaso la sala, ormai avevo il rimmel spalmato su tutta la faccia e il naso che mi colava irrimediabilmente (il pezzetto di carta igienica che qualcuno mi aveva prestato era ormai zuppo…): uno alla volta sono passati in processione a salutarmi e a dirmi le cose più belle del mondo, dandomi abbracci e strette di mano con gli occhi negli occhi che non potrò mai dimenticare… anche gli irrimediabili “duri” mi hanno donato parole di una profondità senza eguali.

Prima di uscire, sono passata a salutare i detenuti nella sezione di isolamento (una gabbia di filo di ferro… una prigione nella prigione…) e mi sono seduta vicino alla rete di ferro, chiacchierando un po’ del più e del meno. Ad un certo punto ci siamo messi a cantare, a turno a cappella, e il vento e il freddo dell’altipiano sono svaniti come per incanto… poi un poliziotto si è avvicinato e anche lui sorridendo si è messo ad ascoltare quella stramba jam session di voci sgangherate ma piene di energia che stranamente allietava il tardo pomeriggio del carcere di massima sicurezza. La cosa più bella è stata che il poliziotto ad un certo punto si è allontanato e dopo poco è tornato portandoci del te caldo….incredibile il potere emozionale della musica, la sua capacità di unire….uno dei ragazzi mi dice “Barbara, lo sai che quando passi di qui, prima di uscire il martedì pomeriggio, per me è come una boccata d’aria pura? Anche solo questa oretta che passiamo a chiacchierare, mi fa dimenticare per un attimo, dove sono e quanto tempo ci devo restare! Grazie per venirci a trovare!”: altra preziosa perla di umanità che porto via con me da questa esperienza a Chonchocoro… È stata dura dire anche a loro che era l’ultima volta che andavo…

L’altro giorno sono andata a salutare le mie tenere belve feroci del corso di italiano al San Pedro… appena entro nella sezione Jorge il messicano mi guarda con la fronte corrugata e il muso duro “Perché sei venuta oggi?? Dovevi venire la settimana prossima… vai via vero? Non vieni più a trovarci!” ecco, un bel pugno nello stomaco… in ordine sparso arrivano i miei sgallonatissimi studenti e fanno crocchio attorno a me… “Bando alle ciance ragazzi! Vi ho portato le lasagne!!!” e in quel momento spariscono tutti a cercare un contenitore, un barattolo, un piatto, un coperchio, qualsiasi qualcosa possa servire per ricevere la lasagna… e tornano correndo felici come bambini davanti al regalo più bello che avessero mai potuto immaginare! Divorano letteralmente le lasagne in un nanosecondo, e con la faccia soddisfatta mi dicono “Erano squisite!!! Complimenti al cuoco!!! Non ce le scorderemo mai!!!”. Che teneri… Mi fermo un po’ con loro e ci sediamo attorno a un tavolo chiacchierando e comincia un approfondito terzo grado sulla mia vita (ovviamente quella privata!), mancava solo il faretto puntato negli occhi. Curiosi e pettegoli!!! Qualcuno dice “Insomma, sono fatti suoi se non è sposata!”, e Javier “Barbara, una curiosità: quanti anni hai?” e Jorge (che durante questi mesi il terzo grado me lo ha fatto a rate!) “Ha quasi 47 anni, li compie ad agosto”, mentre qualcuno non vuole credere alla mia età, Javier mi sorride soddisfatto e mi stringe la mano e mi mette una mano sulla spalla “Sei una grande! Single per scelta e trovi il tempo per venire a dare lezioni di italiano a noi! Sei una pazza scatenata! Ti voglio bene Barbara, mi mancherai!”. Mi mancherete anche voi ragazzacci… Jorge è triste e cerca di evitare di guardarmi, mi saluta con un abbraccio e si allontana senza voltarsi, allora lo chiamo “Jorge! Guarda che vi passo a trovare la settimana prossima!”, si gira, vedo che ha gli occhi lucidi e non insisto…i ragazzi mi salutano con il classico saluto da banda di strada che ormai in San Pedro faccio con tutti  (un “cinque” in orizzontale e poi pugno contro pugno).

Li guardo mentre si allontanano e sento di volere un bene tremendo a questi galeotti, che a volte mi fanno incazzare tremendamente, ma che il più delle volte sanno arrivare proprio dritto al centro del mio cuore…

Penso a questi mesi passati qui con i bambini, con i detenuti, e mi rendo conto che le giornate non sono mai una uguale all’altra…mille storie, mille mondi interiori, mille universi emozionali che mi aprono la loro porta invitandomi a condividere le loro esperienze, insegnandomi ogni giorno cose nuove e facendomi conoscere lati luminosi e oscuri di me stessa… facendomi scoprire che la vita è un cammino a volte duro, difficile ma anche incredibilmente bello e pieno di sorprese inaspettate… basta continuare a camminare, seppur con l’ansia (… la mia fedelissima compagna di viaggio!) ma senza paura, con l’entusiasmo di un bambino alla scoperta del percorso che decidiamo di intraprendere…

Miguel, un detenuto di Chonchocoro mi ha scritto un biglietto:

Barbara, grazie per aver condiviso con noi le tue idee e i tuoi pensieri. Grazie davvero per il tuo impegno con noi, senza chiedere niente in cambio: continua così! Che Dio ti benedica, te lo auguro con il cuore! Che Dio ti guidi per tutto il cammino che intraprenderai. Grazie, grazie, grazie. Ti aspettiamo presto, non ti perdere per troppo tempo. Buona fortuna per tutto quello che farai. Ti apprezziamo molto:

tutti i tuoi amici di Chonchocoro.

Credo proprio di avere la fortuna di essere incappata in un cammino meraviglioso!

Buon cammino a tutti!!!

Un abbraccio forte e affettuoso dalla vostra Barbara

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