giovedì 19 gennaio 2012

Abbracci...

Da: barbara magalotti magababa67@hotmail.com
Data: Wed, 18 Jan 2012 21:09:11 +0000

Finalmente mi ritaglio qualche ora per scrivervi e per raccontarvi delle intense settimane trascorse…

Da Natale ad oggi l’allegro gruppo di volontari qui a La Paz ha lavorato sodo nella ristrutturazione e miglioria del nostro Centro Educativo del carcere San Pedro! Andrea, Giovanni Bettella,  Giovanni Cobianchi (detto Jaime) e la sottoscritta, armati di vernice, pennelli, legnami e altro, si sono cimentati in riverniciatura muri, rifacimento di parte del pavimento, ricopertura angoli delle scale, e tanto altro. Vi mando alcune foto che raccontano del “percorso lavorativo” e dei risultati del nostro lavoro! Abbiamo anche coinvolto Javier, un detenuto Chileno (con diagnosi di schizofrenia!) nell’abbellimento delle pareti con disegni vari…Javier è fantastico…potrebbe parlare per ore di temi che variano dalla filosofia alla storia, alla geografia, alla politica, all’astrofisica e all’astrologia senza mai interrompersi e a tratti cantare canzoni di stili diversi, senza stancarsi mai…chi si stanca presto di lui è però il nostro Rafael, che essendo notoriamente un taciturno, non sopporta minimamente di lavorare fianco a fianco con un logorroico! Ma tant’è , ormai l’abbiamo assunto e ci divertiamo a sentire i borbottii fra i denti di Rafael che scuote la testa ogni 2 minuti guardando di traverso “el Chileno loco”quando ne dice una delle sue (e succede praticamente un periodo si, e uno no!)  e i soliloqui deliranti di Javier (che sono uno spettacolo!!!) ! Poi Rafael, intenerito dalle condizioni di Javier è il primo che mi dice in un orecchio “Barbara, invita Javier a mangiare con noi”… Ci è venuto ad aiutare anche il padre di alcuni bambini che vengono fisso al Centro, prestandoci il trapano per montare le mensole e mettendosi in prima persona a lavorare con noi.  Il Centro Educativo “Alegrìa” è ora pronto per affrontare un altro anno di attività con i nostri 190 scalmanatissimi niños!!! I bambini ormai sono impazienti di rientrare in possesso del loro Centro Educativo, curiosi di vedere come è cambiato,  e chiedono con insistenza “Hermanita! Cuando va a abrir el Kinder???”. C’è un bimbo di circa 3 o 4 anni, che vince il premio “tenacia, caparbietà, perseveranza, resistenza 2011/2012”, perché dal primo giorno di chiusura del Centro Educativo fino ad oggi, non ha fatto passare un giorno in cui non mi abbia chiamata dalla finestra e chiesto con il suo faccino tenero e curioso “Oggi è aperto il Kinder???”… una dimostrazione di quanto questo spazio sia importante e fondamentale per questi bambini che vivono dentro al carcere!


Ieri ho incontrato l’avvocata di un detenuto straniero, che non avendo familiari che possano aiutarlo a districarsi nel marasma dei labirinti burocratici legali, mi ha chiesto di “invitare” l’avvocato a fare il suo lavoro. Dopo varie insistenze da parte mia, l’avvocata si decide a “darmi udienza” incontrandomi nel parchetto davanti al carcere, seduti su una panchina… Morale: l’avvocato mi dice che ha lasciato il suo impiego presso la CedeCe (una associazione che si occupa di diritti umani e legali di detenuti in difficoltà economiche), e che quindi il detenuto non ha , di fatto, un avvocato che lo segua. Peccato che ce lo dica solo ora, dopo mesi in cui per telefono, il detenuto la chiamava e lei continuava a dargli appuntamenti ai quali mancava… Dunque andrò alla CedeCe e richiederò un altro avvocato per questo povero diavolo…con il morale abbastanza abbacchiato (anche perché pensavo alle parole con cui avrei dovuto dare la “bella” notizia al detenuto!) faccio due passi intorno alla piazza, aspettando Andrea, con il quale sarei dovuta andare a comprare del materiale per il Centro Educativo, e incontro Valentina e Ivan che stavano approfittando della bella giornata per fare un giretto con i bambini, mangiando del buon “Chicharron de chancho”.
Faccio due belle chiacchiere con Valentina e ad un certo punto mi sento chiamare “Barbara!”…mi sembra di riconoscere quella voce di bambino…mi giro e…la sorpresa e l’emozione è un tutt’uno: “WILLYYYYYYYYYYYYYY”!!!!! Il mio amato Willy!!! Ho lo stomaco sottosopra… Willy ha la faccia sporca e i vestiti sbrindellati come sempre, il sorriso contento e timido nello stesso tempo… Sono due anni che non ho più notizie di lui, da quando suo padre è uscito di galera (e Willy con lui), e “voci di corridoio” mi avevano informata che “era  stato venduto” ad una famiglia di commercianti di frutta, e messo a lavorare sulla strada…Willy, 8 anni, una famiglia distrutta, il padre violento (Willy spesso veniva al Centro Educativo pieno di lividi e segni di percosse) e una madre assente… Me lo abbraccio e me lo coccolo come un bambolotto, anche se ha è cresciuto tanto… a 8 anni  tante smancerie non sono “adeguate”, ma Willy si prende tutte le coccole della zia Barbara e non fiata, col sorriso timido e indeciso se sedersi sulle mie gambe o no (perché ne avrebbe voglia, ma quella “è roba da bambini piccoli!”)…gli faccio un po’ di posto sulla panchina vicino a me e lui si appoggia alla mia spalla. Chiacchieriamo un po’ e gli chiedo come sta, cosa fa, se va a scuola, se sta con i suoi…mi racconta qualche bugia (ormai lo conosco come le mie tasche…)… “Con chi sei qui?” “Con la mia mamma” “E presentamela!”, mi accompagna dalla signora che vende la frutta davanti al carcere. Una signora anziana…capisco subito che non è sua madre. La signora un po’ imbarazzata mi dice di non essere sua madre, ma che si sta prendendo cura di Willy da più di un anno…le chiedo se va a scuola e lei tergiversa… dentro di me ho le budella aggrovigliate… Dio mio, allora è vero che Willy è stato venduto? Chissà come soffre, chissà che senso di abbandono, di rifiuto, di solitudine ha provato e sta provando… chissà come si sente quando chiude gli occhi per dormire alla sera, in una casa che non sente sua, in un ambiente dove si sente come uno scomodo sgradito ospite…. a soli 8 anni…Dico a Willy che ho delle foto di quando veniva al Centro Educativo e ovviamente gli si illuminano gli occhi. “Quando me le porti?” “Appena le porto a sviluppare” “Domani?” … me lo porterei via immediatamente, me lo porterei a casa… ma poi? Dio che strazio!
Cerco di fami forza e cerco di sorridergli più teneramente e positivamente possibile “Fai il bravo Willy, eh?”, lui si guarda le mani timido “Sì” “Ci vediamo presto, bandido!… Dai vieni qui, dammi un abbraccio!” e ci abbracciamo come se dovesse essere un ultimo abbraccio… mi stringe forte Willy, come se non mi volesse lasciare andar via.
Quanto dolore, e quanto bisogno d’amore racchiusi in poco più di un metro e quattro stracci di bambino…. Il nodo alla gola mi accompagna per un po’…
Verrò a trovarti presto, mia piccola tenera peste di strada… adesso so dove trovarti… non ti perderò più, non mancherò di abbracciarti tutte le volte che ti vedrò!

Ricordiamoci sempre di sorridere ai bambini… a tutti i bambini… loro solo sanno, quanto bene fa il sorriso, l’abbraccio, la carezza di un adulto!
Un abbraccio intenso e forte dalla vostra Barbara
    

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