martedì 15 dicembre 2009

Chi siamo

“LABORATORIO SOLIDALE”
 ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO
Via Ca’ Sensoli di Sotto, 60/A – 47854 Montescudo (RN)


Laboratorio Solidale nasce a Rimini nel settembre del 2009 da un gruppo di persone che vogliono mettersi in gioco per aiutare chi si trova in stato di rischio di emarginazione sociale, con particolare riferimento a detenuti, ex/detenuti ma anche giovani e bambini che soffrono o rischiano l’isolamento sociale.

Svolge attività di raccolta fondi a sostegno di un centro educativo nato all’interno del carcere San Pedro di La Paz per i figli dei detenuti che vivono insieme ai loro padri all’interno del carcere e per la realizzazione di una struttura di accoglienza temporanea e di reinserimento socio-lavorativo per ex-detenuti a La Paz, in Bolivia. Promuove momenti di sensibilizzazione nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi giovanili.

Realizza mostre fotografiche e incontri pubblici di riflessione per far conoscere la realtà carceraria e le condizioni vissute dai detenuti di altri paesi. Uno degli obiettivi e scopi della associazione è quella di avvicinarsi e operare all’interno delle carceri locali e collaborare con altre associazioni che svolgono attività di animazione e di sostegno rivolte alla popolazione carceraria e di lavorare alla creazione di una rete di sostegno post-penitenziario anche nel nostro territorio.

Collabora con l’associazione il Castello di Sorrivoli (www.sorrivoli.it) e alcune istituzioni/associazioni Boliviane come la Cappellanía Arcidiocesana della città di La Paz che lavora direttamente nelle 4 carceri di La Paz e la Asociación Vida Nueva che si occupa del reinserimento post penitenziario di uomini e donne in uscita dal carcere, attraverso lo sviluppo di una piccola impresa tessile gestita dagli stessi ex-detenuti.

È già attivo il  gruppo Laboratorio Solidaele in facebook dove poter scrivere impressioni e commenti sulle attività svolte dai volontari e suggerimenti per l’associazione da parte di tutti gli interessati.

Per contatti, informazioni e iscrizioni:

Associazione di Volontariato Laboratorio Solidale
cell. 320 8620194 - 339 4835462 - 338 5003522
http://labsolidale.blogspot.com/
laboratoriosolidale@gmail.com
magababa67@hotmail.com
sorrivoli@libero.it

c/c in Banca Etica intestato a Associazione di Volontariato “Laboratorio Solidale”
coord. banc. IT 94 D 05018 02400 000000129908

giovedì 10 dicembre 2009

LOGO ASSOCIAZIONE LABORATORIO SOLIDALE

Un cuore che esce dal buio di una finestra...
Una finestra fatta di tanti mattoni, uno diverso dall'altro, ognuno con le sue caratteristiche...
Tanti mattoni che formano una casa che accoglie...
Credo che questo logo possa rappresentarci!

Ciao

martedì 27 ottobre 2009

Come aderire all'Associazione di Volontariato “Laboratorio Solidale”

Per diventare soci è necessario

A- versare la quota associativa annuale pari a € 60,00 entro il mese di gennaio di ogni anno facendo un bonifico sul c/c di Banca Etica intestato a

Associazione di Volontariato “Laboratorio Solidale”

coordinate bancarie

IT 94 D 05018 02400 000000129908


B- compilare e firmare il Modulo di adesione qui sotto


da spedire a:

Associazione di Volontariato “Laboratorio Solidale”
c/o Barbara Magalotti
via Ca' Sensoli di sotto, 60/A
47854 - Montescudo (RN)

v. anche il progetto Casa Solidaria e il gruppo su facebook



DOMANDA DI AMMISSIONE COME MEMBRO


DELL’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO “LABORATORIO SOLIDALE”

sede in Montescudo (RN) Via Ca’ Sensoli di Sotto n° 60 / A
47854 - Montescudo (RN)



Il/la sottoscritto/a ______________________________
nato/a a________________ il____________

Residente a________________ via______________________ n°______ CAP_______ provincia___

tel.__________________________________ e-mail______________________________________


CHIEDE

di essere ammesso quale socio dell’Associazione di Volontariato “Laboratorio Solidale”.

Il/la sottoscritto/a si impegna a rispettare le disposizioni statutarie vigenti e le delibere degli organi sociali validamente costituiti.

A tale scopo dichiara di conoscere e accettare lo statuto sociale.


Data_________________


Firma del socio/a________________________



Ricevuta l’informativa sull’utilizzazione dei miei dati personali ai sensi dell’art.13 del Decreto Legislativo n° 196/2003, consento al loro trattamento nella misura necessaria per il perseguimento degli scopi statutari. Consento anche che i dati riguardanti l’iscrizione siano comunicati agli enti con cui l’Associazione collabora e da questi trattati nella misura necessaria all’adempimento di obblighi previsti dalla legge e dalle norme statutarie.


Data_________________


Firma del socio/a________________________

giovedì 16 luglio 2009

Venite... riposatevi un poco

Omelia del giorno 19 Luglio 2009

XVI Domenica del Tempo Ordinario


La Parola di Dio, che la Chiesa ci offre oggi da meditare, pare sia un suggerimento per tanti di noi, che in questi giorni stanno programmando un tempo di riposo: uno stacco dal quotidiano, che si è fatto in questi ultimi tempi davvero difficile, per tante ragioni.

Ma quello che impressiona, non è soltanto la crisi, che sta colpendo tanti, a cominciare dai poveri, ma la confusione che si è creata nelle anime, al punto da non sapere più affidarsi o cercare quei grandi valori della vita, che sono molto più vitali dei problemi della terra.

Quante volte ci sentiamo come stritolati dalla quotidianità, che moltiplica esigenze - che tali molte volte non sono! - coprendo tutti gli spazi dell'anima e rendendoci infelici!

Abbiamo veramente bisogno di dare riposo, non solo al corpo, ma soprattutto allo spirito, per ritrovare noi stessi, o i veri valori, e scuoterci così di dosso le tante nebbie che il consumismo ha creato.

‘Non riesco più - mi scriveva una persona, con cui avevo viaggiato - a trovare un momento di quella serenità, che è il respiro dell'anima e fa vedere e vivere tutto in modo che cresca la gioia e diminuisca l'affanno. Fossimo capaci di scrollarci di dosso tutte le cose inutili che annebbiano cuore e anima! Ma appena ci provo, subito mi lascio afferrare da tanti 'impegni', anche inutili, dalle cose che, alla fine della giornata, sono il vero peso che toglie l'amore alla vita. Sì corre, si corre sempre, e non sai dove vai e cosa troverai. Viviamo di sogni e di desideri, che alla fine rimangono tali e creano vuoto nel cuore. Bisognerebbe uscire da questa spirale del mondo, avere il coraggio di tagliare i ponti con tutto e fare riposare il cuore e, nel riposo, cercare ciò che rende la vita un dono prezioso’.

Il Vangelo di oggi viene incontro a questo desiderio e dobbiamo saperlo afferrare.

“Gli Apostoli si riunirono intorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Egli disse loro: Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare Allora partirono sulla barca, verso un luogo solitario, in disparte.

Molti però li videro partire e capirono e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore e si mise ad insegnare loro molte cose” (Mc 6, 30-34).

Si intrecciano, in questo accenno alla vita quotidiana di Gesù e degli Apostoli, la grande fatica dell'evangelizzazione, quel profondo amore che cercavano di portare a tanti, e gli stessi uomini, destinatari dell'Amore, che erano 'come pecore senza pastore', davanti a cui Gesù si fa prendere dalla commozione.

Credo proprio che anche oggi Gesù senta compassione, stando tra di noi, perché assomigliamo a quella folla, con la differenza, forse, che, mentre quegli uomini rincorrevano Gesù, che consideravano come la sola speranza della vita, per la sua bontà, per le sue divine parole, i suoi gesti di amore concreto nei miracoli; noi oggi corriamo invece il rischio, tra gli affanni della vita, come nel tempo del riposo, anziché di vivere la ricerca della gioia di Dio, di farci avviluppare dalle spire degli imbrogli del consumismo, capace di rubare ogni istante, anche i momenti del meritato riposo, per riempirli di... niente, se non peggio.

Diceva il grande, ormai nostro caro suggeritore nelle riflessioni, Paolo VI:

“Noi vorremmo rivolgerci singolarmente a ciascuno per parlare con voce sommessa al cuore e dire: tu accetti il Signore? Corri da Lui? Gli vuoi bene? Pensi alle sue parole? Sono vere, esse, per te o passano come farfalle senza meta? Sono effettivamente un colloquio tuo con Dio? Riguardano la tua esistenza? Incalzano sopra di te e riescono ad ottenere che tu abbia a modellare la vita ai disegni di Dio? E perciò le ascolti secondo le norme del Vangelo?

Si tratta ora di vedere qual è la nostra risposta al Signore e quali sono gli ostacoli da eliminare, perché sia una risposta degna di Lui... Purtroppo prende piede il sistematico rifiuto a correre in cerca di Gesù. Non si esita a parlare di mito, di fiabe, di rifiuto a credere.

Questa opzione passa attraverso i mezzi di comunicazione e circola nel nostro mondo moderno e rischia di formare la mentalità di molti.

Vi è chi ritiene atto di intelligenza opporsi all'insegnamento del Signore, alla dottrina della Chiesa. Per essere spregiudicati, più forti degli altri, bisogna dire di no: io non credo!

La religione - dicono - è fatta per gli spiriti deboli... E si servono del lume divino, che è la ragione, non per cercare la verità, non per accogliere con simpatia e con gioia la luce di Dio, che entra nelle anime mediante le parole del Signore, ma chiudono porte e finestre e usano la ragione per negare le verità del Credo e, quindi, resistere al Signore.

Ma il Signore potrebbe un giorno prenderci in parola, ritorcendo contro di noi la negazione: non hai voluto riconoscermi, neppure lo ti riconosco. E sarebbe la condanna eterna” (1965).

Ma, come a smentire il pessimismo dilagante, vi è sottovoce il bisogno di tanti di vero 'riposo' di ricerca della Verità e, quindi, di Dio.

Basterebbe chiederlo alle numerose Case che ospitano questi 'ricercatori' nei corsi di Esercizi Spirituali, ovunque. Un vero 'esercito' di uomini, donne e giovani in ricerca...

Il mese scorso sono stato invitato, da un gruppo di Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, a tenere un corso in un luogo, che è davvero l'emblema della ferocia dell'uomo senza Dio.

La struttura di accoglienza era ai margini del campo di sterminio, a Birkenau, dove, tra gli altri, fu rinchiuso San Massimiliano Kolbe.

Non riuscivo a staccare gli occhi da quelle baracche, che avevano ospitato decine di migliaia di deportati, finiti nelle camere a gas, e, nello stesso tempo, parlare della bellezza della santità. Due mondi diversi e contrastanti: quello della negazione dell'uomo e quello dell'amore di Dio per l'uomo.

Vivevo in quella casa, con lo sguardo a quel campo, e cercavo la risposta in Gesù, in mezzo a noi. Un'esperienza che gettava in faccia ciò che possiamo diventare senza o contro Dio e contro l'uomo e ciò che invece si può e si deve essere stando con Gesù.

Ma per entrare in questo clima dello spirito, occorre 'ritirarsi in disparte e riposare un poco', per accogliere l'annuncio di pace di Gesù, diventare 'vicini' e 'presentarci al Padre in un solo Spirito' come suggerisce l'apostolo Paolo, scrivendo agli Efesini:

“Fratelli, ora in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani, siete diventati i vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un solo popolo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando per mezzo della carne la legge fatta di prescrizioni e decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto per annunciare la pace a voi che eravate i lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di Lui possiamo presentarci, gli uni gli altri, al Padre in un solo Spirito” (Ef 2, 13-18).

E' quanto dobbiamo sapere ricostruire in noi, in questo tempo di `riposo'.

Ed è il grande desiderio di tanti, anche se spesso inconfessato.

Ma bisogna avere il sano e santo coraggio di uscire dalla gabbia del mondo.

Occorre fare spazio al silenzio interiore, che è il luogo dell'incontro con Dio e con il desiderio di Lui.

Un'estate, venni invitato, in occasione di una festa, in una cittadina, per portare una parola di vita. La settimana di festa era stata tutta impostata su iniziative 'materialistiche', senza alcun spazio per il cuore. Tempo di rumori che fanno solo male.

Quando raggiunsi la località, il sacerdote che mi aveva invitato mi avverti di non farmi illusioni: ‘Abbiamo tentato in questi anni - mi diceva - di creare un momento di riflessione, invitando a sollevare lo spirito, ma non abbiamo mai avuto seguito’.

Alla sera, alle ore 21, entrai nella grande sala. C'erano ad attendere una ventina di persone. ‘E' quanto di solito riusciamo a mettere insieme’ mi disse. Chiesi di attendere: ‘Non si sa mai!’. Incredibilmente la sala si riempì, al punto che parecchi, per ascoltare, dovettero affacciarsi da fuori, attraverso le finestre aperte. Il tema era: ‘Gesù è la sola gioia possibile’.

Parlai in un silenzio da chiesa, per un'ora.

Quando cercai di salutare quella incredibile folla, si alzò uno e mi disse: 'Continui, Padre, qui dentro abbiamo respirato aria di cielo. Fuori è notte del cuore, notte fonda, senza speranza'. E dovetti prolungare il dialogo per un'altra ora.

Tornai l'anno dopo, nella stessa occasione, con il Prof. Zichichi.

L'incontro avvenne, sempre sull'argomento fede, in un magnifico teatro. Era talmente affollato, che moltissimi dovettero restare fuori., perché non c'era più posto.

Davvero la gente ha bisogno di scoprire il bello e radioso, che Gesù sa donare, ma solo se trova spazio nei cuori.

Viene da augurare a voi - Suoi discepoli oggi - quello che Gesù disse ai Suoi allora, e dice a noi oggi: “VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO, E RIPOSATEVI UN POCO”.

Auguri allora! con tutto il cuore. E chissà che non incontri qualcuno di voi nel Trentino, nella Val Rendena, su quei monti dove anch'io mi ritiro in disparte e riposo.

Antonio Riboldi – Vescovo –

Internet: www.vescovoriboldi.it

martedì 28 aprile 2009

Casa Solidaria: con la tua mano a La Paz!


v. anche il gruppo in facebook
scarica la locandina

La Paz (Bolivia): Dalla solitudine… alla solidarietà

Il progetto “Laboratorio Solidale” nasce da anni di esperienza di volontariato all’interno del carcere San Pedro di La Paz, dove alcuni volontari hanno avuto l’opportunità di lavorare con i figli dei detenuti che vivono con i loro padri all’interno dell’Istituto Penitenziario.
Ascoltando le testimonianze di molti detenuti, si può constatare che, quando parlano del loro futuro al di fuori delle mura carcerarie, hanno tutti una grande paura di “perdersi”, di restare soli, di non farcela a ricominciare da zero, di non sapere cosa fare della propria vita.
La condizione detentiva in Bolivia, per molte persone, soprattutto quelle più povere e con lunghe pene (di solito completamente abbandonate dalla rete familiare), non rappresenta solo una privazione della libertà, ma rende praticamente impossibile reinserirsi onestamente nel tessuto socio-lavorativo della comunità, sia per la difficoltà di ricostruirsi una identità nuova, diversa, “onesta”; sia per un violento etichettamento, una forte emarginazione ed esclusione che la pressione sociale e culturale opera verso gli ex detenuti.

Ma che cos’è “Casa Solidaria”?

È innanzitutto il sogno di un gruppo di persone che hanno deciso di dare una mano per aiutare queste persone all’uscita dal carcere.
È un progetto di utopia solidale che crede ai fatti concreti, ai gesti di tante persone che con il loro personale contributo, con il loro “granello di sabbia” vogliono dare vita a uno spazio alternativo di speranza per i detenuti in uscita dal carcere in situazione di indigenza, difficoltà, vuoto relazionale e sociale. L’intenzione è quella di continuare a sostenere e a svolgere in prima persona le attività educative per bambini e adulti all'interno del carcere: di prendere poi per mano, accogliere, accompagnare gli ex detenuti nella ricerca di un lavoro, di una sistemazione, aiutandoli nella acquisizione di una competenza lavorativa (attraverso la realizzazione di laboratori vari), sostenendoli nel loro percorso di reinserimento sociale. L’accoglienza è rivolta in particolare a chi, dopo una lunga detenzione, ha perduto il contatto con la famiglia, gli amici e la rete relazionale di sostegno così importante per il recupero della speranza e della capacità di ricominciare a vivere in maniera nuova, onesta, autonoma.
“Casa Solidaria” si propone di ospitare queste persone per un periodo definito (3/4 mesi), durante il quale stimolare l’emersione e lo sviluppo delle loro risorse e competenze individuali e creare le fondamenta psicologiche ed emotive di autostima per una graduale indipendenza e realizzazione personale (si veda anche la collaborazione con Vida Nueva, presentata qui sotto).

I prossimi passi

Il progetto prevede l’acquisto di un terreno di circa 2500 mq e la costruzione di una casa che possa ospitare:
• 5-6 volontari
• 6/7 ex-detenuti (eventualmente con i loro figli)
• 2 o 3 persone in emergenza (per esempio donne vittime di abusi, ragazzi di strada, ecc.)
• 2 o 3 laboratori professionali/artigianali, che potrebbero con il tempo diventare stabili attività commerciali
• Un'attività commerciale (una piccola trattoria aperta dal giovedì alla domenica) per l’autofinanziamento della gestione della casa
• Un ampio spazio verde aperto a tutti (soprattutto i bambini), da sfruttare anche come luogo di aggregazione per la comunità locale (riunioni, feste locali, proiezione di film per i bambini, ecc.)

Stiamo sondando l’opportunità di acquistare un terreno a circa 15 km da La Paz, in una zona molto trafficata il fine settimana e molto favorevole alla realizzazione di una attività di ristorazione. L’attività commerciale sarebbe gestita sia dai volontari (2 persone saranno i responsabili che vivranno in pianta stabile a Casa Solidaria) sia dagli ex-detenuti come primo passo fondamentale verso l’integrazione socio-lavorativa.


Con la tua mano!
Per la realizzazione del progetto calcoliamo una spesa di circa 100.000 Euro.
Aiutaci a concretizzare questo sogno, facendolo anche tuo!
Metti il tuo mattone in “Laboratorio Solidale”!
c/c in Banca Etica intestato a
Associazione di Volontariato “Laboratorio Solidale”
coordinate bancarie
IT 94 D 05018 02400 000000129908
causale: Casa Solidaria

Se vuoi diventare socio vedi la scheda di adesione

per contatti e info ulteriori:
Barbara Magalotti
via Ca' Sensoli di sotto, 60/A
47854 - Montescudo (RN)
e-mail: magababa67@hotmail.com
cell. +39 320 8620194

Associazione “Il Castello”
www.sorrivoli.it

Puoi trovare notizie su Barbara Magalotti in internet e sulla stampa



ASSOCIAZIONE “VIDA NUEVA”

“Vida Nueva” nasce nel 1990. Nel tempo ha acquisito una profonda esperienza rispetto alle problematiche che affliggono le persone “private di libertà” e le loro famiglie, soprattutto quelle più povere, alle quali è stato proposto un lavoro di tipo artigianale, per poter avere delle risorse economiche utili a coprire le proprie spese quotidiane.
Il progetto prevede corsi di formazione per varie tecniche di tessitura artigianale e pittura su tela, la realizzazione e vendita dei prodotti in occasione di fiere e mercatini dell’artigianato.
Abbiamo acquisito e affinato una capacità operativa, tanto nella produzione quanto nella gestione commerciale. Il risultato di questa attività è la creazione di un gruppo di donne esperte tessitrici che con il loro lavoro riescono a mantenere le proprie famiglie.
Siamo convinte dell’importanza di questo nostro lavoro, che vogliamo intensificare e migliorare continuamente, sforzandoci, per quanto ci sarà possibile e per quanto sarà necessario, sapendo che il Nuovo Ordine Mondiale (la globalizzazione, dell’economia con le sue conseguenze) non rende facile ai poveri il diritto di organizzarsi, di avere un lavoro, un salario degnitoso, un sistema sanitario gratuito e una educazione formativa per i propri figli.
Purtroppo questa situazione sembra destinata ad aggravarsi, perché il Mondo Globalizzato va proprio in questa direzione assurda: si amplia la voragine e il divario delle ingiustizie, tra i pochi troppo ricchi e i molti poveri che combattono ogni giorno per la loro sopravvivenza, in tutto il mondo.

Chi sono i beneficiari di “Vida Nueva”?

Beneficiari diretti: 62 artigiani/e (ex-detenuti/e)
Beneficiari indiretti: 190 familiari

“Vida Nueva” sostiene il lavoro dei beneficiari diretti (artigiani e artigiane in riabilitazione lavorativa dentro e fuori dal carcere durante il processo di reinserimento sociale) e indiretti (figli e familiari degli artigiani/e) aiutandoli a svolgere non solo una attività lavorativa che permette una fonte economica onesta, ma dando loro la possibilità di recuperare progressivamente la propria autostima, e la dignità di esseri umani utili a sé, alla propria comunità e al proprio popolo.

venerdì 24 aprile 2009

Barbara Magalotti: progetto La Paz



articolo pubblicato sul settimanale «il Ponte» del 26-4-09

v. anche qui